"Moratti
computer e gessetto"
di MICHELE SERRA
Dai nuovi computer con
schermo di lavagna ai bidelli, autisti e presidi tutor. Una
guida per orientarsi tra le vecchie novità della riforma
scolastica
Con il nuovo anno scolastico gli studenti italiani troveranno
importanti novità, primi frutti della riforma Moratti. Che, come
si sa, è un coraggioso esperimento che fonde elementi
apparentemente in contrasto: tradizione cattolica italiana e
atmosfera da campus americano (la messa sarà in inglese, la
comunione sarà somministrata con ostie McDonald's), taglio dei
costi e miglioramento del servizio, licenziamento degli
insegnanti e loro aumento di numero. Simbolo di questa riforma
saranno i nuovi computer con schermo di lavagna, identici a
quelli normali ma senza tastiera: si scrive con il gessetto.
Pesano trentotto chili ma sono molto convenienti, la cava di
ardesia che ha vinto l'appalto con il ministero si è impegnata a
fornire anche il cancellino di pezza. Improbabile, in tempi
stretti, l'introduzione dei più moderni computer a calamaio, più
costosi e con il difetto di un fortissimo scricchiolio del
pennino sullo schermo. Per ottimizzare il tempo, si comincerà a
studiare già sullo scuola-bus.
La nuova figura professionale dell'autista-tutor (due ruoli, un
solo stipendio) reciterà l'Eneide scandendo la difficile metrica
latina col clacson. Cambia anche la vecchia figura del bidello:
anziché ricevere gli alunni con la tradizionale formula della
scuola gentiliana, 'ragazzi non fate casino', il bidello-tutor
accoglierà le scolaresche sottolineando le istanze motivazionali
della giornata e promuovendo un corretto planning delle attività
didattiche. Per svolgere meglio questo difficile compito il
bidello-tutor sarà protetto da guardiole antiproiettile.
Qualche polemica per le ore di inglese: sono state ridotte da
cinque a una sola, ma il ministero garantisce le altre quattro,
a pagamento, a bordo di uno scuola-charter che atterra a Londra
e riparte mezz'ora dopo. Sullo stesso modello, saranno
differenziati l'orario di base, gratuito, e quello executive, a
pagamento. Nell'orario di base le lezioni prevedono i banchi, le
sedie e la cartina geografica dell'Europa che penzola lacera
dalla parete. Per avere anche l'insegnante si deve passare alla
tariffa executive. Con la golden-card, ogni studente avrà il
diritto a una merendina confezionata a San Patrignano e, durante
le interrogazioni, a una telefonata a un numero verde.
La palestra con la spalliera svedese e le pertiche, retaggio
della vecchia scuola gentiliana, sarà sostituita da moderne
gym-room con sauna, cyclette e solarium, basta pagare un
abbonamento annuale all'American Contourella e uscire dalla
scuola. Chi non vorrà affrontare la spesa potrà sempre ricorrere
alla palestra scolastica tradizionale, con un precario-tutor che
gli farà fare i piegamenti leggendo la Gazzetta dello Sport.
Il preside-tutor avrà compiti speciali e straordinari: con un
solo stipendio, sarà in grado di perquisire gli studenti
tossicomani, aggiornare la bacheca, affrontare a mani nude le
madri dei somari convinte che loro figlio sia perseguitato dagli
insegnanti, stirare la bandiera, frequentare corsi di
aggiornamento, rilegare i libri della biblioteca e comperarsi la
ventiquattrore di pecari che il nuovo regolamento impone ai
direttori di istituto. Le nuove divise da preside sono invece
offerte dal ministero: qualche malumore per il disguido che ha
fatto recapitare tailleur e filo di perle a presidi maschi, e il
dopobarba di San Patrignano alle presidi femmine.
Nuove materie: informatica soprattutto, con il primo biennio
dedicato allo studio del bottone On-Off e il triennio conclusivo
a spiegare correttamente per telefono al tecnico che al posto
dei propri file appare un sito di back-gammon on line. Restano
anche le vecchie materie di impronta classico-filologica, ma
riformate: Omero sarà riletto in chiave aziendale ('quantificare
il gap motivazionale tra Achei e Troiani', 'Il viaggio di Ulisse
nell'esperienza dei tour-operator', 'Se Enea avesse avuto un
tutor, sarebbe morto?').
Un crocifisso sarà presente in ogni aula, ma per renderlo bene
accetto anche agli studenti non cristiani verrà chiarito che non
si tratta di un simbolo religioso, ma del fondatore dell'albo
professionale dei tutor.
"L'espresso" 10 settembre 2004
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