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gli ex alunni raccontano...

   Francesca Guidi nella sezione B dal 1985 al 1990

Uau...
Passati di anni, eh?

Ad ogni modo...Ho da qualche parte tutte le foto, ho il video che facemmo per la grande festa di fine anno con i balletti, la partitona di calcio, i genitori che mangiano, le pentolacce, gli ospiti, la musica... ho un sacco di ricordi, compresa quella volta in cui...
Beh, se vi va vi racconto.
vi racconto di quella volta in cui il contadino ci beccò...

Doveva esser già il 1987 o giù di lì, e le maestre ancora ci raccomandavano di smetterla di tirare giù i rusticani col pallone da calcio, che c'era stato Chernobyl e non si poteva mangiare niente di raccolto dagli alberi, che era radioattivo, che... Figurati a noi cosa importava, erano buoni e tanto bastava. Asini, come tutti i bimbi, ma è giusto così!
Insomma, c'era questo tunnel tra gli alberi, giù, verso la strada, oltre il parcheggio e non era altro che una discesa con cespugli e alberi a racchiudere un sentiero, ma sembrava di stare in un cunicolo segreto, una casa verde, un posto magico davvero...
E il resto della magia eravamo noi, questi ragnetti di sette-otto anni, che di comune accordo, senza troppe consultazioni avevano deciso: questa è la nostra nave pirata!

Non so come nacque, ricordo però che tutto ad un tratto eravamo sempre lì, ad accumulare legnetti e sassi per l'abbordaggio imminente che qualche altro gruppo (una altra classe? Non la A che in genere era dei nostri, forse la C?) e ad addobbare la nostra nave, ad abitarla, ad adibire quella zona alla stiva, quell'altra ai rampini, questa radice è l'ancora e quell'albero è la vedetta, ammainiamo le vele e pronti all'assalto, ciurma!!!
C'era questa bandiera col Jolly Roger, fatta di quattro fogli A4 scocciati insieme e colorata coi pennarelli neri di tutta la classe (avete idea di quanti ce ne vuole per riempire quattro fogli?) e naturalmente c'erano le nostre fortificazioni!
Eh già, perché anche una nave pirata, se è una nave di fantasia e soprattutto se deve reggere l'assalto di una ciurma di bambini, ha bisogno di fortficazioni.
Poco più giù, lungo la collina, c'era un grande campo sul quale cresceva rigogliosa e verde una specie di erbaccia a stelo lungo, che così facilmente si lasciava raccogliere e altrettanto facilmente si raggruppava in piccoli covoni. Addirittura una mattina scendemmo e la trovammo già tagliata, pronta per essere raccolta e compattata nei mattoni delle nostre fortificazioni d'erba!

Ovviamente era erba medica.
Ovviamente il campo era di qualcuno.
Un qualcuno che non fu affatto contento.
Nemmeno le maestre furono troppo felici e rimasero per un attimo ammutolite quando scesero e videro la nostra opera, il nostro imponente vascello, il terrore dei mari d'erba, perfettamente fortificato, pronto a resistere a ogni assalto... Tranne che a quello della ragione, purtroppo.

Fummo costretti a riportare, a testa bassa, tutti i covoni di erba medica dove li avevamo presi e così la nave restò senza difese.
Ma l'intervento dell'Ammiraglio Maestra in effetti evitò lo scontro, ci fu un armistizio credo, fu chiesto il parlè... Non ricordo se ci furono missive per i nostri genitori nè se ci toccò corvè.

Ricordo solo che la mia nave pirata, per quanto riguarda i sogni, è ancora li, a Longhena, pronta a salpare nel suo mare d'erba medica, verso l'ignoto e mille battaglie.

Ciao

Francesca Guidi - maggio 2005

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