Uau...
Passati di anni, eh?
Ad ogni modo...Ho da qualche parte tutte le foto, ho il video che
facemmo per la grande festa di fine anno con i balletti, la partitona di
calcio, i genitori che mangiano, le pentolacce, gli ospiti, la musica...
ho un sacco di ricordi, compresa quella volta in cui...
Beh, se vi va vi racconto.
vi racconto di quella volta in cui il contadino ci beccò...
Doveva esser già il 1987 o giù di lì, e le maestre ancora ci
raccomandavano di smetterla di tirare giù i rusticani col pallone da
calcio, che c'era stato Chernobyl e non si poteva mangiare niente di
raccolto dagli alberi, che era radioattivo, che... Figurati a noi cosa
importava, erano buoni e tanto bastava. Asini, come tutti i bimbi, ma è
giusto così!
Insomma, c'era questo tunnel tra gli alberi, giù, verso la strada, oltre
il parcheggio e non era altro che una discesa con cespugli e alberi a
racchiudere un sentiero, ma sembrava di stare in un cunicolo segreto,
una casa verde, un posto magico davvero...
E il resto della magia eravamo noi, questi ragnetti di sette-otto anni,
che di comune accordo, senza troppe consultazioni avevano deciso: questa
è la nostra nave pirata!
Non so come nacque, ricordo però che tutto ad un tratto eravamo sempre
lì, ad accumulare legnetti e sassi per l'abbordaggio imminente che
qualche altro gruppo (una altra classe? Non la A che in genere era dei
nostri, forse la C?) e ad addobbare la nostra nave, ad abitarla, ad
adibire quella zona alla stiva, quell'altra ai rampini, questa radice è
l'ancora e quell'albero è la vedetta, ammainiamo le vele e pronti
all'assalto, ciurma!!!
C'era questa bandiera col Jolly Roger, fatta di quattro fogli A4
scocciati insieme e colorata coi pennarelli neri di tutta la classe
(avete idea di quanti ce ne vuole per riempire quattro fogli?) e
naturalmente c'erano le nostre fortificazioni!
Eh già, perché anche una nave pirata, se è una nave di fantasia e
soprattutto se deve reggere l'assalto di una ciurma di bambini, ha
bisogno di fortficazioni.
Poco più giù, lungo la collina, c'era un grande campo sul quale cresceva
rigogliosa e verde una specie di erbaccia a stelo lungo, che così
facilmente si lasciava raccogliere e altrettanto facilmente si
raggruppava in piccoli covoni. Addirittura una mattina scendemmo e la
trovammo già tagliata, pronta per essere raccolta e compattata nei
mattoni delle nostre fortificazioni d'erba!
Ovviamente era erba medica.
Ovviamente il campo era di qualcuno.
Un qualcuno che non fu affatto contento.
Nemmeno le maestre furono troppo felici e rimasero per un attimo
ammutolite quando scesero e videro la nostra opera, il nostro imponente
vascello, il terrore dei mari d'erba, perfettamente fortificato, pronto
a resistere a ogni assalto... Tranne che a quello della ragione,
purtroppo.
Fummo costretti a riportare, a testa bassa, tutti i covoni di erba
medica dove li avevamo presi e così la nave restò senza difese.
Ma l'intervento dell'Ammiraglio Maestra in effetti evitò lo scontro, ci
fu un armistizio credo, fu chiesto il parlè... Non ricordo se ci furono
missive per i nostri genitori nè se ci toccò corvè.
Ricordo solo che la mia nave pirata, per quanto riguarda i sogni, è
ancora li, a Longhena, pronta a salpare nel suo mare d'erba medica,
verso l'ignoto e mille battaglie.
Ciao
Francesca Guidi - maggio 2005
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