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Con le insegnanti della scuola Longhena contro la Gelmini

Rassegna web: Bologna Città Libera

Con le insegnanti della scuola Longhena contro la Gelmini
13 Febbraio 2009

Per parlare della questione sollevata dalla decisione delle insegnanti delle scuole Longhena di Bologna occorre anzitutto fare una premessa per così dire tecnica: la scuola elementare italiana è sempre stata (almeno fino all’arrivo della Gelmini) una scuola di eccellenza nel mondo. Le scuole elementari bolognesi sono considerate tra le migliori in Italia. E la scuola Longhena è considerata come una scuola d’eccellenza in questo panorama d’eccellenza. Di conseguenza sarebbe bene che i politici starnazzanti intorno alla questione smettessero semplicemente di starnazzare. Non ne hanno il diritto, e non possono interferire con scelte didattiche insindacabili, e debbono rispettare silenziosamente il lavoro di professioniste quali sono le insegnanti che hanno preso la decisione di valutare i loro allievi secondo il criterio che ritengono giusto.
Ma dopo la premessa per così dire tecnica occorre fare una valutazione di tipo politico sul clamore che si è scatenato intorno alla questione.

Sembra che la ministra dell’Istruzione si sia proposta come principale obiettivo del suo mandato la devastazione della scuola pubblica italiana. Potrebbe apparire strano ma non lo è affatto.
In Italia è in corso una lotta titanica i cui soggetti non sono né forze politiche, né propriamente parlando forze sociali.
I soggetti della lotta che si sta svolgendo in questo paese sono -da una parte- l’intelligenza collettiva, e dall’altra l’Ignoranza privatistica.
Per dirlo altrimenti, da una parte c’è il lavoro intellettuale socialmente diffuso, che comprende la rete dei saperi e della ricerca, le professioni creative e scientifiche, il lavoro cognitivo costretto in condizioni di precarietà e di sottosalario.
Dall’altra parte c’è l’oscurantismo: il primato dogmatico del profitto privato che ha portato come sappiamo l’economia mondiale nella catastrofe, il fondamentalismo religioso di marca cristiana o islamica, il cretinismo di massa prodotto artificiosamente da trent’anni di bombardamento televisivo-pubblicitario, la xenofobia di chi chi non ha mai visto nulla oltre il campanile della sua parrocchia, ed il provincialismo di chi non ha mai letto un libro e aborre tutto ciò che non conosce, cioè tutto.

Il governo italiano, in tutte le sue componenti, è il principale sostenitore del partito dell’ignoranza oscurantista. Lo è per motivi di interesse privato (è più facile sfruttare la gente quando è ignorante) per motivi di interesse confessionale (è più facile costringere la gente a subire l’imposizione clericale quando è ignorante) e per motivi di interesse pubblicitario (è più facile imporre alla gente di comprare merci inutili quando è ignorante).
Ma in Italia il lavoro cognitivo, il general intellect, se mi si concede un’espressione in una lingua diversa dal dialetto bergamasco, ha cominciato a organizzarsi, a usare la testa non solo per creare, progettare e produrre, ma anche per difendere i propri interessi sociali e il proprio diritto a non essere soffocati dall’ignoranza al potere.
L’episodio Longhena va inquadrato in questo contesto.
Il lavoro intellettuale docente conosce le regole specifiche della didattica, della educazione civica, della psicopedagogia.
Il governo oscurantista conosce solo le regole del profitto, le leggi dell’advertising e le leggi dell’arroganza.
Chi vincerà alla fine non lo sappiamo, naturalmente. Ma generalmente l’intelligenza ha la meglio sull’imbecillità, per quanto economicamente ben sovvenzionata.

http://www.bolognacittalibera.org/profiles/blogs/con-le-insegnanti-della-scuola

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