TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 10 di Martedì 13 giugno 2006
INTERPELLANZE ED INTERROGAZIONI
A) Interpellanza ed interrogazione
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, per
sapere - premesso che:
la dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna,
dottoressa Balboni, in un primo tempo, si è rifiutata di applicare la
normativa esistente per quanto riguarda i test Invalsi;
l'interpellante ritiene che chi ha responsabilità nella scuola, specie
in Emilia-Romagna, dove le pressioni indebite degli enti locali e dei
sindacati sono fortissime, deve fare prevalere il senso dello Stato ed
il supremo interesse delle giovani generazioni rispetto a meschini
calcoli di parte o di rivendicazione ideologica;
il problema delle eventuali sanzioni disciplinari nei confronti della
dirigente scolastica dell'istituto pone, in effetti, la questione della
violazione della legislazione scolastica e, in particolare, dei vari
provvedimenti attuativi della cosiddetta «riforma Moratti» boicottati
pesantemente, se non ostacolati, in questi anni da parte del corpo
docente di sinistra e della dirigenza, condizionati pesantemente dalla
Cgil scuola. Ancora oggi il sindacato minaccia fuoco e fiamme su
un'eventuale applicazione di un provvedimento disciplinare, che, oltre
ad essere sacrosanto, non può più essere sospeso;
i continui richiami ad un codice etico ed al rispetto delle leggi da
parte della sinistra sono stati, secondo l'interpellante, palesemente
disattesi in tutto questo arco di tempo nel settore scolastico,
dimostrando così, sempre ad avviso dell'interpellante, una certa volontà
ideologica e quello scarso senso delle istituzioni che caratterizza una
determinata parte politica;
è stato persino affermato che «i provvedimenti disciplinari contro la
dirigente in questione miravano a colpire chi in questi anni si è
opposto alla riforma Moratti», quasi che il corpo docente avesse il
potere di non applicare la legge;
infine, risulta all'interpellante che sono state esercitate pressioni
indebite sulle famiglie per la sottoscrizione di un atto di solidarietà
alla suddetta dirigente -:
se non intenda adottare le iniziative di competenza a tutela della
dignità della scuola e delle istituzioni.
(2-00008) «Garagnani».
(31 maggio 2006)
ZANOTTI, LENZI, SASSO e DE SIMONE. - Al Ministro
dell'istruzione. - Per sapere - premesso che:
il collegio dei docenti dell'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna, in
data 6 ottobre 2005, chiese all'unanimità di mettere ai voti una
delibera che rifiutava la somministrazione dei test Invalsi;
la dirigente scolastica, dottoressa Balboni, comunicò al centro servizi
amministrativi la situazione creatasi e chiese indicazioni su come
procedere;
il centro servizi amministrativi, in data 14 dicembre 2005, d'intesa con
la dirigente dell'ufficio VII della direzione scolastica regionale,
invitò la dirigente scolastica a disporre un calendario suppletivo e ad
emanare «in caso di atteggiamento persistente negativo da parte dei
docenti, appositi ordini di servizio»;
in seguito ad emissione da parte della dirigente di numerosi ordini di
servizio, le prove Invalsi furono somministrate in data 11, 12 e 13
gennaio 2006;
in data 4 aprile 2006, la dottoressa Severino, responsabile dell'ufficio
legale, contenzioso e disciplinare della direzione scolastica regionale,
ha fatto pervenire alla dirigente Balboni una contestazione di addebito,
datata 23 marzo 2006, che attribuisce alla stessa «l'inottemperanza a
disposizioni normative, a direttive ministeriali e regionali, nonché
mancato esercizio dei poteri di direzione, coordinamento e controllo»,
che configura un quadro di «gravi responsabilità dirigenziali che, a
norma dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 165 del 2001, è tale
da costituire giustificato motivo di revoca dell'incarico»;
la suddetta iniziativa della direzione scolastica regionale (si vedano
molteplici articoli di stampa) ha creato un clima di tensione
all'interno della scuola bolognese, che ha sempre avuto una tradizione
democratica e partecipata, basata sul principio di collaborazione fra le
diverse componenti e finalizzata all'attuazione degli articoli 3, 33 e
34 della Costituzione, destando la preoccupazione che l'azione posta in
essere dalla direzione scolastica regionale possa assumere l'aspetto di
un'intimidazione politica nei confronti delle scuole e del personale che
hanno manifestato apertamente le loro critiche ai provvedimenti del
Ministro Moratti;
ad avviso delle interroganti, quanto riferito in premessa deve essere
analizzato sotto i seguenti profili:
a) avvio immotivato di un'azione disciplinare a fronte dell'avvenuta
somministrazione delle prove Invalsi;
b) mancato riconoscimento dell'autonomia della scuola e delle
istituzioni scolastiche;
c) mancato riconoscimento del principio di gestione democratica e
partecipata della scuola, ai sensi del testo unico di cui al decreto
legislativo n. 297 del 1994;
d) mancato rispetto del principio costituzionale della libertà di
insegnamento;
e) atteggiamento teso ad imporre per via gerarchica l'applicazione non
condivisa di disposizioni non suffragate dalla legislazione in vigore -:
se non ritenga necessario ed urgente verificare la correttezza del
comportamento dell'ufficio scolastico regionale, in base al principio di
leale e corretta collaborazione fra l'amministrazione e le autonomie
scolastiche.
(3-00028)
(6 giugno 2006)
(ex 5-00006 del 23 maggio 2006)
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni (ore 16)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e
interrogazioni.
(Questioni connesse all'applicazione della normativa sui test Invalsi
presso l'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna - nn. 2-00008 e 3-00028)
PRESIDENTE. Avverto che l'interpellanza Garagnani n. 2-00008 e
l'interrogazione Zanotti n. 3-00028, che vertono sullo stesso argomento,
saranno svolte congiuntamente (vedi l'allegato A - Interpellanze e
interrogazioni sezione 1).
L'onorevole Garagnani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n.
2-00008.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, in particolare - ciò che dirò
riguarda direttamente l'interpellanza - desidero rivolgermi e lanciare
un appello alle forze politiche popolari della maggioranza, affinché
abbiano la forza di riconoscere il valore della politica che, pur nella
differenza delle posizioni, richiede la capacità di comprendere...
KATIA ZANOTTI. Basta!
FABIO GARAGNANI. Quello che sto dicendo è strettamente connesso
all'interpellanza, se mi lasciate continuare capirete.
SANDRO BONDI. Dov'è il vostro amore per il confronto politico?
LIONELLO COSENTINO. No, per le regole Bondi!
PRESIDENTE. Onorevole Bondi, lasci proseguire nell'illustrazione
dell'interpellanza (Commenti del deputato Bondi)! Onorevole Bondi, la
richiamo all'ordine!
ELIO VITO. Richiami loro!
PRESIDENTE. Anche loro! Onorevole Garagnani, prosegua pure.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, sono stato interrotto da alcuni
colleghi della...
PRESIDENTE. È stato interrotto dall'onorevole Bondi.
ELIO VITO. No!
FABIO GARAGNANI. No, mi hanno interrotto alcuni colleghi!
PRESIDENTE. Ora vada avanti ...
FABIO GARAGNANI. Come dicevo, il valore della politica richiede la
capacità di comprendere le ragioni degli altri e di rispettare i valori
nei quali gli avversari, anche i più lontani, si esprimono.
Il vostro silenzio sarebbe una grave sconfitta della democrazia, della
comprensione reciproca, del significato nobile e alto della politica
che, come ha ricordato il Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, per recuperare il suo posto fondamentale ed insostituibile
nella vita e nella coscienza dei cittadini deve rifuggire da
esasperazioni e immeschinimenti che ne indeboliscono la forza di
attuazione e di persuasione e deve invece esprimere moralità - lo
ripeto, moralità -, arricchendosi di nuove motivazioni ideali.
Alla luce di questa riflessione - che condivido pienamente (Applausi dei
deputati del gruppo di Forza Italia) e che, ovviamente, ritengo essere
alla base delle giuste osservazioni del nostro coordinatore nazionale,
onorevole Bondi, del capogruppo e del vice coordinatore, onorevole
Cicchitto - vi illustro la mia interpellanza che, non a caso, fa
riferimento preciso ad alcune delle riflessioni avviate in questa sede.
Essa, infatti, riguarda una situazione di oggettiva intolleranza e di
violazione sistematica della legge - nei confronti della riforma Moratti
- che in questi cinque anni, ma soprattutto nell'ultimo anno, ha preso
piede nella mia regione, l'Emilia Romagna.
Quindi, colleghi, le cose che ho appena detto collimano perfettamente
con quanto affermato in precedenza. La gravissima e sistematica
demonizzazione del Presidente del Consiglio dei ministri, portata a
compimento attraverso un giornale estero - i premier di Francia ed
Inghilterra non avrebbero ritenuto opportuno esprimersi nei confronti
del proprio paese attraverso un giornale estero -, è stata posta in
essere anche nei confronti del ministro della pubblica istruzione in
modo sistematico, settario e fazioso.
La mia interpellanza trae origine da un fatto di cronaca avvenuto a
Bologna, la punta dell'iceberg di una situazione più diffusa in Emilia
Romagna. Una dirigente scolastica si è rifiutata di applicare i test
Invalsi previsti per le scuole di ogni ordine e grado, in particolare
per l'istituto comprensivo n. 8 di Bologna, ricevendo prima una
richiesta di colloquio e una sanzione, come prevista dai regolamenti,
dalla direzione scolastica regionale; i giornali ne hanno parlato come
pure ne ha parlato l'intera società civile.
Personalmente, come ho osservato anche nell'interpellanza, ritengo che
questa vicenda non rappresenti un fatto isolato, ma sia la punta
dell'iceberg di una situazione che vede la totale disapplicazione della
normativa esistente - a proposito di valore etico e di rispetto della
legge! - che, in questo caso, si è evidenziata attraverso proteste
anomale dei sindacati, che sono arrivati a minacciare la dirigenza
scolastica regionale, e lettere collettive dei bambini che frequentavano
l'istituto comprensivo - 800 bambini -, molte delle quali (al proposito
sono in possesso delle dichiarazioni dei genitori) sono state imposte
dal collegio dei docenti e dai genitori più politicizzati.
FRANCESCO FORGIONE. È una tragedia!
FABIO GARAGNANI. In questo contesto, addirittura un dirigente dello
Stato ha dichiarato che gli eventuali provvedimenti disciplinari sono
stati adottati perché quella dirigente si è rifiutata di applicare la
legge dello Stato. Colleghi, vi invito alla lettura dei verbali, degli
atti e dei giornali. Se siamo arrivati al punto che un funzionario dello
Stato si rifiuta di applicare una legge dello Stato ed afferma di essere
stato sanzionato per questo, vuol dire che lo Stato di diritto non
esiste più e che l'Emilia Romagna si considera avulsa, estranea alla
legislazione italiana e libera da ogni condizionamento (Applausi dei
deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Padania).
Guardate che queste non sono affermazioni mie, ma sono state riportate,
tra virgolette, sulla stampa di ogni tendenza politica, come pure le
dichiarazioni dei genitori che, per amore di quieto vivere, sono stati
costretti a sottoscrivere una lettera di solidarietà a questa dirigente.
KATIA ZANOTTI. È falso, Garagnani!
ELIO VITO. Presidente, la richiami!
KATIA ZANOTTI. Sei fazioso.
FABIO GARAGNANI. Zanotti, lei sta mentendo sapendo di mentire, sta
mentendo sapendo di mentire (Applausi dei deputati del gruppo di Forza
Italia)! La nostra regione è piena di queste situazioni, tanto che
quando ho chiesto all'ufficio contenzioso della direzione scolastica
regionale gli atti che riguardano questa dirigente, non mi è stato
ancora risposto...
KATIA ZANOTTI. Ma è ancora in corso.
ELIO VITO. Ma chi è che risponde?
FABIO GARAGNANI. ...e alla fine mi è stata chiesto, dopo cinque
richieste, sulla base di quali motivazioni avevo diritto di verificare
gli atti e l'istruttoria che avrebbe portato al provvedimento
sanzionatorio. Ho risposto che il mio diritto si basa sul mio dovere di
parlamentare dell'Emilia Romagna, perché è un procedimento pubblico e
sull'interpellanza presentata al Parlamento.
Ancora oggi (ho con me la richiesta), non ho avuto la possibilità di
verificare la documentazione, perché mi è stato detto che vi sono
pressioni, da parte della CGIL scuola e di tutto l'ordinamento
scolastico dell'Emilia Romagna, volte a circoscrivere questo fatto, a
limitarlo e, soprattutto, a vanificare la possibilità di esprimere una
sanzione nei confronti di una dirigente scolastica che non ha fatto il
proprio dovere (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della
Lega Nord Padania).
Al di là dei sentimenti personali nei confronti del viceministro
Bastico, debbo sottolineare che lei, nel passato, si è resa protagonista
di iniziative volte a boicottare pesantemente la legge di riforma della
scuola superiore, compresa la sperimentazione scolastica. Anche questa
vicenda è emblematica. Un assessore che si è opposto, non in termini
politici ma di diritto, di fattualità, ai decreti attuativi della legge
invitando i docenti - ripeto i docenti - a non applicare nelle scuole la
sperimentazione, dimenticandosi che fa parte...
LIONELLO COSENTINO. È la devolution.
FABIO GARAGNANI. Lei stia zitto e mi lasci finire!
PRESIDENTE. Onorevole Garagnani, dell'ordine dei lavori rispondo io che
sono il Presidente. Lei sviluppi la sua interpellanza rivolgendosi alla
Presidenza e non provochi altri.
FABRIZIO CICCHITTO. Ma è lui che interrompe!
GIORGIO LAINATI. Non sa fare il Presidente! Non l'ha mai fatto!
Non sai fare il Presidente!
FABIO GARAGNANI. Presidente, nella mia interpellanza questi sono tutti
punti scritti e quindi non sto esulando. Descrivo punto per punto una
situazione di disagio globale e desidererei, allora non essere
interrotto.
GIORGIO LAINATI. Non è capace di fare il Presidente!
FABIO GARAGNANI. Questa situazione di disagio non è denunciata soltanto
dal centrodestra, ma anche da esponenti della sua parte politica, signor
Presidente, che lamentano un'eccessiva politicizzazione che sta
caratterizzando la scuola in Emilia Romagna, la mancanza di libertà e di
espressione di quelle componenti scolastiche (docenti, non docenti e
famiglie) di fronte ad un'irreggimentazione che ha preteso di creare, in
Emilia Romagna, una scuola a se stante con i risultati che abbiamo
visto: un'alta conflittualità ideologica, la mancanza di un autentico
pluralismo scolastico, ma soprattutto la mancata applicazione della
legge di riforma in aspetti che sono qualificanti e, aggiungo,
obbligatori.
La legge può piacere o meno (il Presidente prima ci ha richiamato al
rispetto del regolamento, e colgo l'occasione), ma deve essere
applicata. Non può essere disapplicata. Non vi può essere la
teorizzazione esplicita della disapplicazione della legge, mentre questo
è ciò che si è verificato, purtroppo, con la debolezza o la connivenza
della dirigenza scolastica od almeno di molti esponenti della medesima.
Allora, l'interpellanza chiede se, in uno Stato di diritto, la legge
possa apparire pleonastica, pur non essendo tale. La legge deve essere
rispettata e fatta rispettare! Non si sta facendo una caccia alle
streghe, si sta chiedendo soltanto di far rispettare la legge!
Nel caso in questione, determinate violazioni della legge sono
accertate! Quelli illustrati dai giornali sono atti pubblici e la
violazione della legge c'è stata, perché la mancata applicazione dei
test Invalsi - che è soltanto una piccola cosa rispetto ad altre
plateali disapplicazioni - si è verificata! Quindi, nella interpellanza
si chiede se, in presenza di questo accadimento, ci siano state
pressioni da parte del Governo - sicuramente dalla CGIL - e da alcune
parti politiche per evitare l'applicazione di provvedimenti che sono
necessari ed indispensabili, in quanto servono a ripristinare uno Stato
di diritto e una regolarità di vita scolastica proprio nel momento della
conclusione della scuola.
Potrei aggiungere altre considerazioni. In Emilia Romagna, da richieste
che ho fatto agli ex provveditorati agli studi e alla direzione
scolastica regionale, risulta che soltanto il 20 per cento degli
istituti scolastici ha ricordato la Giornata della memoria, che, per
legge dello Stato, tutte le scuole hanno l'obbligo di ricordare.
Giustamente viene ricordato il 25 aprile, ma si dimenticano di citare
particolari circostanze: mi riferisco alla violenza del dopoguerra dal
1945 al 1948 (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Se questa non è una presenza politica nella scuola emiliano romagnola,
che tende a definire i contorni, non dico di un regime, ma di una
situazione particolare, che prescinde totalmente dal Governo, dalla
legge e dalla libertà, ditemi voi che cos'è! Questi che ho citato sono
fatti, testimonianze di cui le autorità scolastiche sono in possesso e
sulle quali chiedo al Governo una risposta precisa, non opinioni! Questa
è la fine di una lunga catena di omissioni ed interferenze!
Credo che questa mia interpellanza, al di là del tono del sottoscritto
particolarmente teso - ma perché è tesa la situazione della scuola
dell'Emilia Romagna -, denoti semplicemente una richiesta di chiarezza,
di omogeneità nell'applicazione della legge in tutte le regioni
d'Italia. Credo che questo sia un dovere di un Governo, a prescindere
dalla sua colorazione politica!
Diamo atto al ministro Moratti che ha saputo interloquire, evitando di
inasprire certe situazioni - per le quali pure chi vi parla la invitava
ad intervenire - , per un senso di equilibrio che caratterizzava la sua
presenza nella scuola e per non destabilizzare ulteriormente una
situazione molto compromessa per effetto - ripeto - di una
politicizzazione e di una esasperazione della lotta politica che non si
è mai vista in questi anni e che rimane fortissima nella scuola (come
pure, in parte, nella magistratura).
Di fronte a un evento del genere, credo che un Governo che si rispetti
debba applicare la legge, sanzionare quei dirigenti che l'hanno violata,
se del caso inviare ispettori e non farsi condizionare dalla espressione
politica che è alla base della sua presenza; altrimenti, lo Stato di
diritto verrebbe meno e si giustificherebbero atti di disobbedienza
civile, che in questo e in altri casi sarebbero più che mai
giustificati.
Qui si violano le coscienze dei bambini - bambini dai sei ai dieci anni
- , che arrivano a casa con la protesta già scritta (sono 800! Gran
parte l'avranno sottoscritta volentieri, ma non so con quanta
consapevolezza siano arrivati a casa bambini di sei o sette anni!)!
Quando si viola questa libertà e il ruolo della famiglia, in nome
dell'ideologia, in nome della definizione prestabilita di un
atteggiamento, cari colleghi, qui non viviamo più nello stesso concetto
di democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di
Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei
Democratici di Centro - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Prima di dare la parola al rappresentante del Governo, debbo
scusarmi con l'Assemblea perché ho dato un'informazione non precisa: la
Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata per giovedì prossimo,
alle ore 17, e non al mattino come avevo comunicato in precedenza.
Il viceministro per l'istruzione, Mariangela Bastico, ha facoltà di
rispondere all'interpellanza Garagnani n. 2-00008 ed all'interrogazione
Zanotti n. 3-00028.
MARIANGELA BASTICO, Viceministro dell'istruzione. Signor Presidente,
auspico di rispondere in modo chiaro - come richiesto dalle interroganti
e dall'interpellante onorevole Garagnani, e con toni di maggiore
moderazione rispetto al consigliere Garagnani -, nel merito, rispetto
...
CESARE CAMPA. È deputato, non è più consigliere!
ELIO VITO. Non è più consigliere!
MARIANGELA BASTICO, Viceministro dell'istruzione. ...alle prove Invalsi
presso l'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna.
La somministrazione delle prove Invalsi trova la sua fonte normativa
nella legge n. 53 del 2003, recante delega al Governo per la definizione
delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle
prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, e nel
decreto legislativo n. 286 del 2004.
Dico subito all'onorevole Garagnani che le direttive n. 52 del 12 luglio
2004 e n. 49 del 6 maggio 2005, emanate dal ministro Moratti ai sensi
dell'articolo 2, comma 4, del suddetto decreto legislativo n. 286,
rispettivamente per l'anno scolastico 2004 2005 e per quello successivo,
hanno conferito progressivamente obbligatorietà alla valutazione per il
primo ciclo di istruzione. Quindi, al primo quesito (se fossero
obbligatorie) rispondo che hanno conseguito progressivamente
obbligatorietà; ciò in relazione alla prescrittività delle indicazioni
nazionali riguardanti la riforma del primo ciclo, che deriva dagli
articoli 13 e 14 del decreto legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004
(recante, appunto, le disposizioni relative al primo ciclo). Le
direttive medesime hanno mantenuto, invece, volontaria l'adesione delle
istituzioni scolastiche degli altri ordini e gradi di scuola, in quanto
era ancora in corso l'iter di emanazione dei provvedimenti delegati
riguardanti il secondo ciclo di istruzione.
La somministrazione delle prove per ciascun ciclo scolastico è stata
prevista, contestualmente in tutto il territorio nazionale, in un unico
periodo, che è stato individuato, per l'anno scolastico 2005-2006, nei
giorni 29 e 30 novembre e 1o dicembre 2005. Così è accaduto anche in
Emilia Romagna su disposizione della direzione scolastica regionale, che
ha emanato una propria circolare di riferimento.
Per quanto riguarda l'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna, il
competente dirigente generale dell'ufficio scolastico regionale per
l'Emilia Romagna ha riferito - questi sono i dati che mi sono stati
trasmessi dalla dottoressa Stellacci - che presso l'Istituto, in data 6
ottobre 2005, si è svolta una seduta del collegio dei docenti. In tale
consesso, alcuni insegnanti hanno discusso sulla validità delle prove
Invalsi, invocando a sostegno della tesi della non obbligatorietà delle
prove, il carattere non definitivo delle indicazioni nazionali, nonché i
principi della libertà di insegnamento e dell'autonomia scolastica.
Veniva, quindi, messa ai voti una delibera di non somministrazione delle
prove, che veniva dichiarata approvata.
Con nota n. 100 del 6 dicembre 2005, la dirigente scolastica, in
occasione di specifica rilevazione regionale sull'andamento della
somministrazione - come vede, onorevole Garagnani, si procede, in Emilia
Romagna, a tutti gli atti di verifica e di controllo rientranti negli
adempimenti degli uffici dello Stato, nel pieno rispetto delle leggi -,
comunicava al dirigente del Centro servizi amministrativi di Bologna ed
alla direzione regionale per l'Emilia Romagna la non effettuazione delle
prove Invalsi nei due plessi della scuola primaria, nonché nella scuola
di primo grado Carracci.
Successivamente, il dirigente del Centro servizi amministrativi di
Bologna interveniva, riaffermando l'obbligatorietà di tali prove ed
invitando la dirigente scolastica a fornire un calendario suppletivo per
la somministrazione delle prove stesse. Con una nota dell'11 gennaio
2006, la dirigente in questione comunicava al Centro servizi
amministrativi di Bologna l'intervenuta somministrazione delle prove
secondo un calendario ad hoc predisposto ed a seguito dell'emanazione di
appositi ordini di servizio nominativi, così come richiesto dal medesimo
dirigente del centro (come vede, onorevole Garagnani, si procede nel
rispetto delle leggi). Le prove si sono tenute nelle giornate dell'11,
12 e 13 gennaio, dopo il rientro dalle vacanze natalizie.
La direzione scolastica regionale contestava alla dirigente scolastica
inottemperanze ai doveri istituzionali, in quanto sulla medesima
incombeva l'obbligo di osservare e di far osservare la normativa
vigente; l'ufficio scolastico regionale aveva ritenuto che la medesima
si fosse limitata ad una passiva presa d'atto della situazione.
Viceversa - e qui trova spazio la ricostruzione dei fatti, che le voglio
illustrare, in base alla quale molte delle sue affermazioni non sono
effettivamente rispondenti all'andamento degli eventi -, la dirigente
scolastica, nella seduta del 6 ottobre 2005, aveva espresso a verbale le
seguenti dichiarazioni, con le quali si dissociava, apertamente e
formalmente, dalle posizioni tenute in sede di collegio dei docenti.
Le leggerò una parte del verbale, onorevole Garagnani, che posso
successivamente consegnarle: «(...) La dirigente pur prendendo atto
della posizione espressa dal collegio, dichiara che sul tema prove
Invalsi, non è prevista nessuna delibera di adesione e che procederà
all'attivazione di tutte le procedure, perché le prove dovranno comunque
essere effettuate (...)».
Vede, se vi fosse stato un dialogo più diretto tra la direzione
scolastica regionale e la direzione dello specifico Istituto
comprensivo, probabilmente tale passaggio e questa verbalizzazione
avrebbero evitato una lunga e complicata procedura di contenzioso (che,
peraltro, ha trovato molto spazio anche presso l'opinione pubblica) che
si è rivelata, nei fatti, assolutamente inutile; tanto è vero che sono
in possesso del provvedimento di archiviazione da parte del direttore
dell'ufficio scolastico regionale.
La dirigenza di tale ufficio, infatti, ha disposto che il procedimento
di accertamento di responsabilità dirigenziale, avviato, con nota di
contestazione protocollo n. 69 del 23 marzo 2006, a carico della
dirigente scolastica professoressa Giuliana Balboni, è, con il presente
atto, archiviato (e questo che le mostro è il dispositivo di
archiviazione).
Ciò perché proprio la dissociazione rispetto alle posizioni assunte dal
collegio dei docenti, contenuta nel verbale che le ho letto, è stata
ribadita e confermata dalla dirigente in questione nel corso di un
incontro svoltosi presso la direzione scolastica regionale in data 27
aprile 2006. Come può constatare, onorevole Garagnani, il verbale
risaliva invece al 6 ottobre 2005: un dialogo maggiore sarebbe stato
davvero proficuo!
Alla luce di quest'ultimo accertamento, il dirigente dell'ufficio
scolastico regionale ha archiviato - le ho già letto il testo del
provvedimento - il procedimento a carico della dirigente dell'Istituto
comprensivo n. 8 di Bologna, attivato sulla base di presupposti non
aderenti al reale svolgimento dei fatti. Il Ministero non ha sollevato
alcuna obiezione in ordine alle determinazioni assunte dalla direzione
scolastica regionale.
Questa è la ricostruzione dei fatti. Vorrei concludere, tuttavia,
formulando alcune osservazioni inerenti al merito della questione, con
riferimento in primo luogo alle prove Invalsi.
Voglio comunicare a lei, onorevole Garagnani, nonché all'onorevole
Zanotti ed alle altre deputate interroganti, che il Ministero ha già
avviato un processo di revisione in materia di rilevazione dei livelli
di apprendimento, al fine di ricercare, rispetto alla situazione
attuale, congruità ed efficacia dei contenuti delle prove somministrate
e dei tempi della loro erogazione. Ciò per rendere la rilevazione stessa
funzionale sia alla programmazione degli interventi formativi delle
scuole, sia alla verifica ed alla ridefinizione degli obiettivi generali
del sistema dell'istruzione.
Ciò per quanto concerne le prove Invalsi. Vorrei comunque svolgere,
onorevole Garagnani, altre rapidissime osservazioni di merito. Lei ha
descritto la realtà dell'Emilia Romagna in modo assolutamente non
conforme né allo stato dei fatti, né all'opinione di tutti coloro che
operano nelle istituzioni, nelle associazioni e nell'ambito del sistema
scolastico di detta regione.
Ebbene, quanto lei ha affermato non è pertinente, e lei sa bene che,
nonostante il notevole lavoro da lei compiuto per evidenziare le
illegalità commesse in Emilia-Romagna, mai queste sono state rilevate
dagli organi competenti; inoltre, né negli atti legislativi, né tanto
meno nei provvedimenti normativi della regione Emilia Romagna è stato
riscontrato, da parte degli organi competenti, un inadempimento della
normativa nazionale (ad esempio, per quanto concerne gli atti
legislativi, mi riferisco all'attività della Corte costituzionale).
Da ultimo, vorrei sottolineare un aspetto che ritengo importante.
Nell'applicazione di riforme così complesse, aventi ad oggetto sistemi
scolastici delicati (quali l'istruzione e la formazione) che attengono
ai processi educativi dei ragazzi e delle persone, credo che la scelta
di operare attraverso i procedimenti disciplinari, determinando un
contenzioso, non sia una modalità in grado di conseguire risultati
positivi. Per mettere in atto le riforme (qualunque esse siano), a mio
avviso, occorrono infatti tempo, dialogo, costruzione e convincimento:
ciò non è stato realizzato in modo adeguato, ed i fatti stessi lo
dimostrano!
Onorevole Garagnani, lei ha citato la sperimentazione nell'ambito delle
scuole superiori. Vorrei ricordare che si trattava di una
sperimentazione su base del tutto volontaria: pertanto, chi voleva
applicarla poteva farlo, mentre chi non la desiderava era legittimato a
non attuarla.
Ebbene, in tutt'Italia - in tutt'Italia! -, 54 su quasi 2 mila istituti
di istruzione superiore coinvolti in tale ambito avevano proposto una
sperimentazione - peraltro tutta ricollocabile entro l'autonomia
scolastica - il 15 per cento -, quindi non anticipatoria rispetto
all'impianto della riforma della scuola superiore e - consideri tale
aspetto, onorevole Garagnani - talmente inefficace e poco applicata,
che, proprio per raggiungere una omogeneità di funzionamento per tutto
il nostro sistema dell'istruzione, il ministro Fioroni ha ritenuto di
procedere alla sua sospensione.
Quindi, onorevole Garagnani, può constatare che anche l'atteggiamento -
responsabile - che la regione Emilia Romagna aveva proposto nel non
«forzare la mano» sulla riforma della scuola superiore era giusto,
coerente e rispondente con il sentire delle istituzioni scolastiche,
delle famiglie e dei ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo de
L'Ulivo).
KATIA ZANOTTI. Brava!
PRESIDENTE. Il deputato Garagnani ha facoltà di replicare.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, ovviamente mi dichiaro totalmente
insoddisfatto della risposta, per una serie di valutazioni. Inizio
dall'ultima affermazione del viceministro Bastico, sulle
sperimentazioni: vi è modo e modo di affrontare la riforma della scuola!
Quando, chi ha responsabilità direzionali della scuola, a livello di
assessorato regionale o provinciale, invita esplicitamente a boicottare
la riforma è chiaro che, a mio modo di vedere, il medesimo dimostra
scarso senso delle istituzioni. La riforma può piacere o no, ma ritengo
che, anche se quest'ultima non provenga dalla stessa forza politica alla
quale appartiene un dato dirigente politico delle istituzioni, è
evidente che la posizione di detto dirigente - di un assessore,
regionale, provinciale o comunale che sia - è diversa da quella di un
coordinatore di partito, perché il primo si deve far carico dell'intera
esigenza della popolazione scolastica, di un equilibrio che compete a
quel medesimo esponente - a quel medesimo assessore - e che egli deve,
appunto, garantire in nome e per conto della collettività.
Secondo aspetto: ho parlato anch'io con vari esponenti della scuola, a
livello dirigenziale, che vivono o hanno vissuto questa ed altre
vicende. Dalle parole del viceministro non ho ascoltato smentite
significative in merito, ma soprattutto riconfermo quanto detto: avendo
parlato anch'io con la direzione scolastica regionale, so benissimo che
il caso della ricordata dirigente non è l'unico; ve ne sono stati altri.
Signor viceministro, lei è sicuramente più importante del sottoscritto:
è riuscita ad avere gli atti che io ho richiesto dieci volte - dieci
volte! -, ricevendo una risposta insulsa e veramente ridicola
dell'ufficio contenzioso, che mi aveva chiesto in base a quale interesse
avessi fatto tale domanda. Risposi che, quale parlamentare, sono
portatore di un interesse generale alla tutela della legalità e della
correttezza amministrativa che, nel caso in questione, ritengo violata e
reputo pertanto mio dovere istituzionale far rispettare la legge ovunque
essa sia violata. Aggiungo che ho fondati elementi per ritenere che la
negazione al sottoscritto dell'accesso agli atti derivi dal timore di un
determinato funzionario di avere possibili sanzioni, o guai, nel caso
avesse dato al sottoscritto la possibilità di verificare gli atti stessi
che - lo ripeto - mi competono. È inammissibile che l'ufficio scolastico
regionale del Ministero della pubblica istruzione dell'Emilia Romagna mi
chieda in base a quale titolo domandi di verificare gli atti! Lei,
signor viceministro, li ha avuti. Io non li ho avuti. Eppure, siamo solo
stesso piano, perché, quale parlamentare, ho diritto di verificare ciò
che avviene nella mia regione, sulla base di atti di sindacato ispettivo
che ho presentato al Governo. Dunque, chiedo perché il Governo ha potuto
verificare gli atti ed il sottoscritto no. A questo punto denunzierò il
responsabile per omissione d'atti d'ufficio, ed intendo farlo anche nei
confronti della dirigente scolastica succitata, perché non si tratta,
invero, di caso singolo e credo occorra riflettere a lungo su
un'interpretazione ed applicazione della legge che non può essere
accettata: non vi sono sinecure, non vi sono zone di privilegio!
Signor viceministro, al termine della mia replica le consegnerò la
documentazione in mio possesso; credo, onorevoli colleghi, signor
Presidente, che sia un problema di dignità di ognuno di noi
parlamentari, il vedersi negato l'accesso ad atti pubblici - ed, in
merito, non vi è alcun'esigenza di tutela della privacy, in quanto le
due interpellanze presentate fanno riferimento, con nome, cognome e
fatti circostanziati, ad episodi verificatisi a Bologna. Non posso
pertanto essere inibito dal conoscere gli atti relativi!
Il viceministro Bastico era a conoscenza di atti che al sottoscritto
sono stati negati e sono stati soltanto citati in un certo modo,
peraltro confermando la mia versione. Arrivo anche a dire che ho
ricevuto pressioni discrete dagli uffici scolastici e regionali a
lasciar perdere, alla luce del particolare clima politico che sta
caratterizzando la situazione politica italiana. Ora, presentando
l'interpellanza, io non m'illudevo certo di un possibile accoglimento
della medesima (non era un processo alle intenzioni) ma, stante la
politicizzazione esasperata che caratterizza la scuola, non
m'illudevo...
KATIA ZANOTTI. Tua no...!
FABIO GARAGNANI. ...non m'illudevo di questo! Intendo riaffermare un
principio di diritto: il principio che un parlamentare ha il diritto di
chiedere il rispetto della legge e ha il diritto di denunciare
violazioni della stessa, quando funzionari dello Stato, tenuti verso
quest'ultimo ad un obbligo di lealtà e di correttezza - non
dimentichiamoci mai questo - vìolano, in un modo o nell'altro,
tranquillamente, le disposizioni che sono tenuti ad applicare. Perché di
questo si tratta! Questo è valso, a suo tempo, per il tempo pieno; è
valso, in genere, per tutta una serie di provvedimenti conseguenti alla
riforma della scuola secondaria superiore che, o sono stati applicati
parzialmente o sono stati disapplicati. Allora, un Governo serio, di
fronte a queste cose, fino a che la legge è in vigore, deve assumersi le
proprie responsabilità e non rispondere con affermazioni scarsamente
plausibili, me lo consenta, onorevole Bastico - come lei ha fatto in
questa sede dicendo: «io mi rendo conto di tutta una pressione politica,
della CGIL scuola, degli insegnanti, dei no global, di tutti coloro che
si stanno muovendo da anni nella nostra realtà...». Tali pressioni
probabilmente condizionano e hanno condizionato il suo operato, come
pure quello di molti dirigenti dello Stato, i quali temono quelle che
vengono dal sindacato o da determinati partiti politici, soprattutto in
Emilia Romagna.
Basta ricordare - per inciso - com'è stato celebrato il 2 giugno: in un
modo vergognoso, la festa della Repubblica con due parlamentari di
provenienza comunista, attualmente ex-diessina, e nessun parlamentare
del centrodestra, con la connivenza, in questo caso, anche della
prefettura della Repubblica. Così dico chiaramente quel che penso!
DONATA LENZI. C'era Luigi Preti!
FABIO GARAGNANI. Questo è un indice di questa situazione! Allora,
tornando al caso in questione, qui si tratta di circoscriverlo ad alcuni
dati di fatto. Ci sarebbe anche da verificare il caso - mi sono segnato
quello che ha detto l'onorevole Bastico a proposito del collegio dei
docenti e della direzione scolastica regionale - della non
somministrazione delle prove. Sono convinto che le affermazioni fatte in
questa sede dal viceministro Bastico (mi confondo perché siano stati
entrambi in regione, io ero all'opposizione ed il viceministro era
assessore, allora) non sono le stesse che la dirigente del Circolo 8 di
Bologna ha reso esattamente a Il Resto del Carlino e a La Repubblica.
Allora c'è una divergenza di fondo: il viceministro in questa sede ha
dato una versione che non corrisponde a quella data dalla dirigente
scolastica e a quella data dalla CGIL scuola, alla quale appartiene
quella dirigente. La CGIL scuola (l'ho detto all'inizio, lo ribadisco
adesso) ha detto che si è scelta la linea della sanzione perché quella
funzionaria dello Stato aveva scelto di non applicare la legge Moratti.
Parole testuali, che sono apparse su tutti quotidiani! Chiedo pertanto
un momento di ripensamento al Governo: qual è la ragione di questa
discrasia? Perché tutti i quotidiani locali hanno dato
un'interpretazione diversa da quella del viceministro? Perché la stessa
dirigente in questione ha dato un'interpretazione diversa e non ha
parlato di suoi atteggiamenti di differenziazione rispetto al collegio
dei docenti? Io non faccio processi alle intenzioni - perché credo che
sia la realtà - ritengo che ci sia stata una vicenda ulteriore e che ha
modificato i contenuti di quella querelle, presentando in questa sede un
aspetto edulcorato di una vicenda che invece doveva essere affrontata e
sanzionata in termini duri e di rispetto della legge. Soltanto se si ha
rispetto della legge, avremo veramente il rispetto dei nostri
concittadini e favoriremo quel legittimo pluralismo e quel concetto di
democrazia che tutti diciamo di condividere.
Questa è la ragione per la quale - signor Presidente, signor
viceministro - mi dichiaro totalmente insoddisfatto della risposta
fornita dal Governo, ribadendo che, per quanto mi riguarda, la vicenda
non si conclude qui, in quanto i contorni oscuri c'erano, permangono e
sono stati ulteriormente aggravati dalla risposta resa in questa sede.
PRESIDENTE. L'onorevole Zanotti ha facoltà di replicare per la sua
interrogazione n. 3-00028.
KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, l'onorevole Garagnani si conferma
sempre per la sua faziosità. Il viceministro Bastico, tuttavia, ha
smentito tutti gli elementi contenuti nell'interpellanza del collega
Garagnani.
D'altra parte, il balbettio emerso nella replica dell'interpellante
dimostra che lei, onorevole Garagnani, ha dovuto prendere atto...
FABIO GARAGNANI. Non mi pare di aver balbettato!
KATIA ZANOTTI. Lei ha balbettato, perché ha parlato solo del fatto che
le hanno negato la possibilità di disporre degli atti di un'inchiesta
amministrativa, peraltro ancora in corso. Dunque, sussistevano tutti gli
elementi per la tutela della privacy. Ma non voglio dialogare con lei,
onorevole Garagnani, in quanto ciò risulta impossibile, vista la sua
faziosità!
SIMONE BALDELLI. Risponda al Governo!
FABIO GARAGNANI. Lei ha il monopolio della verità!
KATIA ZANOTTI. A questo punto, vorrei sottolineare - mi rivolgo in primo
luogo al viceministro Bastico - che mi dichiaro completamente
soddisfatta della risposta fornita per la ricostruzione lineare della
vicenda che dà atto di un comportamento della dirigente scolastica,
Balboni, assolutamente lineare. Altro che cose oscure da svelare - il
peso della CGIL e i no global -, in quanto non si sa cosa ci sia dietro!
Ritengo che la dirigente scolastica abbia avuto il merito di aver
tentato di evitare strumenti di carattere gerarchico, o addirittura
coercitivo, per imporre lo svolgimento dei test Invalsi, peraltro - come
ricordato dal viceministro - progressivamente resi obbligatori nella
scuola primaria. Do atto alla dirigente Balboni di aver deciso che la
scuola non si può governare con provvedimenti coercitivi, in quanto
dovrebbe essere luogo di condivisione, di intenti, di proposte. La
dirigente ha deciso di non eseguire un ordine impartito in via
gerarchica, scegliendo la via della relazione con il collegio dei
docenti che si era espresso in merito, insieme a numerosi genitori che
non erano stati assoldati per andare contro - come afferma lei,
onorevole Garagnani -, ma che erano scesi in piazza autonomamente, in
Emilia Romagna, tante volte contro la legge Moratti. Si tratta di
genitori attenti ai livelli ed alla qualità educativa dei loro figli,
onorevole Garagnani!
Sta di fatto che poi, la dottoressa Balboni, ha provveduto attraverso 39
ordini di servizio e i test Invalsi sono stati eseguiti l'11, il 12 e il
13 gennaio, dopo le vacanze natalizie.
Ritengo che la chiusura di questa inchiesta costituisca un segnale molto
importante, in quanto fuga l'idea che, dietro questa inchiesta, vi fosse
una contestazione per riportare all'ordine, all'obbedienza, ogni
espressione di dissenso e di rispetto del pensiero delle persone nei
confronti dei provvedimenti assunti dall'ex ministro Moratti.
Peraltro, sono ulteriormente soddisfatta, in quanto dalla risposta del
Governo ho appreso la messa in discussione dello strumento dei test
Invalsi.
Si è discusso, ci sono ampie pagine di discussione circa la
scientificità di questo strumento.
Credo soprattutto che, opportunamente e legittimamente, docenti e
genitori si chiedessero se fossero queste le modalità più opportune di
controllo della qualità educativa e formativa e dei loro figli.
Penso che dietro a questa vicenda, onorevole Garagnani, ci sia un
problema di principio molto importante, che riguarda l'articolo 33 della
Costituzione, riferito esattamente alla libertà di insegnamento e
all'autonomia della scuola, nella costruzione di percorsi condivisi.
Penso in realtà che il rischio (che è stato anche rappresentato in fase
di discussione sui test Invalsi durante il Governo di centrodestra del
ministro Moratti), fosse esattamente questo: che essi potessero persino
servire per dare un giudizio sull'operato degli insegnanti.
Considero che la vicenda si sia concluso nel modo giusto, riconoscendo
ad essa un percorso lineare. Credo di dover dare atto in quest'aula alla
dirigente Balboni che, in una vicenda complicata, ha prodotto un esito
di assoluta linearità, confermato appunto dalla chiusura dell'inchiesta.
Concludo dicendo che sulle vicende della scuola emiliana anch'io,
onorevole Garagnani, voglio evidenziare alcuni dati di «illegalità»,
così come lei l'ha chiamata. Le cito i miei dati di illegalità. Essi
consistono nei 2526 bambini in lista di attesa nella scuola materna;
sono le 64 sezioni di scuola materna che dopo la Moratti erogano la metà
del servizio, con il servizio orario ridotto; sono le 80 classi a tempo
pieno in meno. Grazie ai provvedimenti della legge Moratti, 64 di queste
classi sono solo a Bologna. Sono esattamente 127 le classi della scuola
secondaria scoperte...
CESARE CAMPA. Sono dati che deve citare il Governo!
PRESIDENTE. Onorevole Zanotti, concluda.
KATIA ZANOTTI. Concludo, Presidente. Volevo dire che, a proposito, di
illegalità, io penso che la legge Moratti ha, come si dice, mandato in
piazza molte persone, ma le ragioni che hanno portato in piazza queste
persone sono spiegate anche dai numeri che io ho cercato di dire con il
poco tempo a disposizione a conclusione del mio intervento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento
l'onorevole Baldelli. Su quale articolo, onorevole Baldelli?
SIMONE BALDELLI. Sugli articoli 8 e 59.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi riferisco al suo dovere di
condurre la seduta in maniera da evitare che accadano fatti quali quelli
ora accaduti. Non entro nel merito della discussione, che pure c'è
stata, riguardo gli interventi dell'onorevole Bondi e dell'onorevole
Cicchitto. La discussione è agli atti, è rappresentata attraverso gli
strumenti scelti dal Parlamento per la propria pubblicità dei lavori. Mi
permetta però, Presidente, da giovane deputato, parlamentare alla prima
legislatura, di esprimere la mia sorpresa per il clima con cui si
svolgono certe discussioni, e anche per il tono (mi permettano i membri
del Governo) con il quale i membri del Governo si rivolgono ai deputati
che svolgono le interpellanze e le interrogazioni. Presidente, quando il
deputato Garagnani stava illustrando la sua interrogazione, ed è stato
interrotto dalla collega dell'opposizione, lei ha richiamato il deputato
Garagnani e non chi lo ha interrotto.
KATIA ZANOTTI. Siamo della maggioranza e non dell'opposizione!
LUCA VOLONTÈ. E allora?
SIMONE BALDELLI. Sì, è vero, io faccio sempre appello alla maggioranza
del paese. È vero, siete la maggioranza parlamentare. Sembra curioso,
Presidente, che, per l'appunto, quando un deputato dell'opposizione
interpella il Governo su un argomento e viene interrotto da un deputato
della maggioranza parlamentare, la Presidenza della Camera, anziché
richiamare il collega che disturba l'intervento dell'onorevole
interpellante, richiami appunto l'interpellante. Quindi, su questo
aspetto, Presidente, la invito, senza polemica alcuna, a mantenere un
maggiore equilibrio, perché i diritti dell'opposizione...
GABRIELE FRIGATO. Complimenti!
SIMONE BALDELLI. ...grazie collega... perché i diritti dell'opposizione
sono il sale della democrazia. La carica che lei ricopre, Presidente, le
impone questo ruolo. Quindi, Presidente, la invito ad attenersi
maggiormente al rispetto delle prerogative dei deputati
dell'opposizione, e spero quindi che episodi del genere non accadano in
seguito. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, non posso accettare questo rilievo.
Credo di essere stato assolutamente tollerante con gli interventi
dell'opposizione.
SIMONE BALDELLI. Ha richiamato l'onorevole Garagnani!
PRESIDENTE. L'articolo 59, come lei sa, stabilisce che quando «un
deputato pronunzia parole sconvenienti oppure turba col suo contegno la
libertà delle discussioni o l'ordine della seduta, il Presidente lo
richiama (...)».
SIMONE BALDELLI. L'ho letto, lo legga anche lei, Presidente!
GABRIELE FRIGATO. Rispetta il Presidente, Baldelli!
SIMONE BALDELLI. Stava parlando l'onorevole Garagnani.
PRESIDENTE. Ebbene, ho richiamato l'onorevole Garagnani perché mi
sembrava che il tono del suo intervento meritasse questo richiamo.
SIMONE BALDELLI. È stato interrotto lui!
GABRIELE FRIGATO. Prendetevi delle vacanze! |