Archivi categoria: Pensieri e parole

Le maestre di Segrate scrivono ai loro alunni Rom

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

In questo tempo nel quale prevalgono respingimenti, sgomberi, esclusione sociale è con immensa gioia che pubblichiamo di seguito la lettera che alcune maestre di Segrate hanno scritto ai loro alunni Rom che sono stati fatti sgomberare dal loro campo. Anche noi, come le maestre, siamo convinti che questi bambini non potranno leggere la lettera delle maestre nè dal giornale che i loro genitori non comperano, nè dal nostro sito internet perchè per accedervi ci vuole l’attacco alla corrente elettrica e un pc che certamente non hanno. Eppure siamo convinti che le parole di autentica accoglienza espresse dalle loro maestre arriveranno a questi bambini e ridaranno loro senso di dignità e speranza. Per questo crediamo debbano essere diffuse.

Ciao Marius, ciao Cristina, Ana, ciao a voi tutti bambini del campo di Segrate.

Voi non leggerete il nostro saluto sul giornale, perché i vostri genitori non sanno leggere e il giornale non lo comperano. E’ proprio per questo che vi hanno iscritti a scuola e che hanno continuato a mandarvi nonostante la loro vita sia difficilissima, perché sognano di vedervi integrati in questa società, perché sognano un futuro in cui voi siate rispettati e possiate veder riconosciute le vostre capacità e la vostra dignità. Vi fanno studiare perché sognano che almeno voi possiate avere un lavoro, una casa e la fiducia degli altri. Continua la lettura di Le maestre di Segrate scrivono ai loro alunni Rom

Il voto: un oggetto nazional-popolare

Il voto: un oggetto nazional-popolare

di Giancarlo Cerini

Prima e dopo il voto, dentro e fuori la scuola

Le vicende di questi mesi in materia di valutazione (come il ripristino del voto in condotta e il ritorno dei voti numerici nella scuola di base, aboliti nel lontano 1977) segnalano un rapporto difficile tra le esigenze “interne” degli addetti ai lavori e le aspettative “esterne” della società. Ormai sembra che i valori che ispirano coloro che operano all’interno della scuola (pensiamo alle idee di inclusione, accoglienza, pari opportunità, solidarietà) siano assai lontani dalle tendenze della società civile (ove sembrano prevalere l’affermazione dell’individuo, la competizione, il successo). Anche la questione del voto (e più in generale della valutazione a scuola) non sfugge a questo dilemma. Chi sta a scuola, soprattutto in quella dell’obbligo, è legato ad una prospettiva di valutazione formativa, orientata a riconoscere e valorizzare l’apprendimento, piuttosto che a giudicarlo e sanzionarlo. Questi principi pedagogici stanno scritti anche nel testo delle Indicazioni per il curricolo del 2007 (e nelle linee guida del nuovo obbligo scolastico). In poche righe si delinea un coerente sistema, dall’osservazione diagnostica alla valutazione in itinere e a quella sommativa, con il preminente obiettivo di stimolare il miglioramento continuo degli allievi e di regolare l’iniziativa didattica degli insegnanti. Questa filosofia si estende anche all’azione della scuola e del sistema educativo nel suo complesso. Continua la lettura di Il voto: un oggetto nazional-popolare

Qualcuno mette i voti…

Qualcuno mette i voti…

perché così almeno si capisce com’è andata.

Qualcuno mette i voti…

anche se così non si capisce com’è andata.

Qualcuno mette i voti…

perché sta seduto nelle ultime file del collegio docenti

e di qui non si sente che cosa dicono là davanti.

Qualcuno mette i voti…

perché sta seduto nelle prime file del collegio docenti

e tanto dietro non ascoltano che cosa si dice qua davanti. Continua la lettura di Qualcuno mette i voti…