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10 in pagella ?

Sulla valutazione

(Documento programmazione plenaria scuola primaria “Longhena”)

Il ruolo che la valutazione deve svolgere, in particolare nella scuola primaria, non può esaurirsi nella mera registrazione del risultato finale, al contrario, la funzione valutativa deve accompagnare in ogni sua fase la procedura didattica, fornendo tutti quegli elementi di informazione che sono necessari alla sua conduzione.

La pedagogia moderna ha elaborato un modello di valutazione che distingue la verifica che si effettua durante il processo di apprendimento (valutazione formativa) e quella effettuata per accertare i traguardi educativi raggiunti nelle singole discipline (valutazione sommativa).

Questa visione della valutazione ha determinato un’attenzione maggiore ai diversi fattori che caratterizzano l’apprendimento: il giudizio non ricade più solo sull’alunno in termini di apprezzamento o meno delle sue capacità di apprendere, ma si estende all’idoneità dell’insegnamento e dei mezzi da esso impiegati per il raggiungimento degli obiettivi educativi che si era proposto.

Errori e/o incongruenze nei comportamenti valutativi determinano condizioni non favorevoli ad un armonico e positivo sviluppo sia della personalità degli allievi sia delle attività educative poste in essere nel percorso scolastico primario.

Ciò che viene tradizionalmente indicato come “valutazione” comprende due operazioni distinte e cronologicamente l’una discendente dall’altra: 1° la misurazione, 2° la valutazione.

La particolare natura dei fenomeni che, in campo educativo, vengono sottoposti a misura necessitano di adeguata strumentazione tecnica e metodologica che permetta di evitare comparazioni soggettive e/o arbitrarie.

La misurazione delle competenze, per essere credibile, deve dotarsi di due caratteristiche: validità ed attendibilità.

La valutazione espressa in termini numerici è fortemente a rischio di una percezione “affettiva”, da parte degli alunni e delle famiglie, più centrata sulla stratificazione, sull’idea di graduatoria e di conseguenze sul posto in essa occupato che non sul percorso educativo di apprendimento in atto.

La diversa strategia valutativa richiesta dai regolamenti attuativi della legge 169 debba essere applicata con competente professionalità, per non incorrere in errori che potrebbero rappresentare grave nocumento agli allievi.

La misurazione delle competenze espressa in decimi deve dotarsi di una scala di valutazione condivisa, almeno a livello di ogni realtà scolastica, che sappia coniugare il più correttamente possibile i rapporti:

· insegnamento/apprendimento

· prestazione/voto

La scala di valutazione espressa in decimi comporta intervalli di valori non costanti: la distanza che intercorre tra un tre e un quattro non ha lo stesso valore della distanza che intercorre tra cinque e sei (quest’ultima infatti segna la differenza sostanziale tra la sufficienza e l’insufficienza).

Prima di procedere all’attribuzione dei voti in decimi è necessario:

1. determinare procedure di misurazione adeguate alla valutazione numerica

2. dotarsi di strumentazione tecnica e metodologica rapportabili alla valutazione numerica

3. stabilire i criteri di validità ed attendibilità della misurazione suddetta

4. individuare nuovi corretti rapporti di valutazione nei processi di insegnamento/apprendimento e prestazione/voto

5. concordare nella valutazione numerica la scala di intervallo tra un voto e l’altro

Non essendo, a tutt’oggi, completato il percorso di definizione dei requisiti fondamentali di cui la valutazione degli alunni necessita, gli insegnanti decidono a maggioranza di effettuare per il I° Quadrimestre, nelle materie curricolari, la valutazione in decimi riferita alla misurazione delle conoscenze e delle competenze raggiunte in relazione al capacità individuali ed al progresso personale.

2 Febbraio 2009

Gli insegnanti della scuola primaria “Longhena”

Invia la tua opinione sul caso del 10 in pagella…

Le critiche sono ben accette. Gli insulti no! Per questi ultimi avete numerosi spazi sulla rete e potrete sbizzarrirvi come più credete.

64 risposte su “10 in pagella ?”

Giovanna, figlia di un docente universitario, quando arriva il primo giorno di scuola, sa già leggere e scrivere; Ahmed, figlio di integratissimi immigrati parla bene l’italiano e disegna benissimo. Poi c’è Federica che ha bisogno del sostegno perché iperattiva, ma ha una gran voglia di imparare, e c’è mia figlia che conosce le lettere dell’alfabeto, ma ancora preferisce giocare. Nomi tutti di fantasia, ma che rispecchiano fedelmente la situazione del primo giorno di scuola, dove 20 bambini splendidamente diversi per origini e situazione familiare si affacciano con emozione al primo vero impegno della loro vita. Sarà compito di Gianluca ed Antonella con la loro paziente ed amorevole competenza far sì che quelle differenze di origine non pesino più di tanto nel futuro dei nostri figli, per dare a tutti uguali strumenti ed opportunità di apprendimento per affrontare non solo il proprio percorso scolastico, ma la vita.

Ora, il Ministro dovrebbe considerare che in una prima elementare dopo sei mesi di scuola in cui tutti hanno profuso impegno ed energie e dove finalmente quei 20 bambini e bambine così diversi ora sono una classe, assegnare un bel dieci a chi già sapeva scrivere e un sei per l’impegno a chi ora con mano tremolante riesce finalmente a fare una “o” sarebbe un tantino ingiusto.

Quindi dare a tutti lo stesso voto serve ad incoraggiare, a lavorare, a pensare che la scuola elementare sia un posto dove è possibile far emergere le abilità di ciascuno e dove le debolezze vengono accolte e superate. Ogni bambino o bambina è diverso, ma ugualmente importante per la classe. C’è tempo per i voti, quando le spalle saranno un po’ più larghe.

Se vogliamo offrire ai nostri figli dalla tenera età solo una competition sfrenata senza dare loro il tempo di recuperare le disuguaglianze di partenza, non daremo il giusto riconoscimento al merito, ma creeremo solo una società ingiusta e dinastica. E’ a questo che gli insegnanti e i genitori delle Longhena si oppongono, chiamatela, se volete, “obiezione di coscienza”.

Francesca Puglisi

Come genitore, leggo il 10 come applicazione massima dell’alunno, del bambino che, dal primo giorno di scuola ad oggi, si è impegnato al massimo nella didattica e nel vivere comune, indipendentemente dal suo personale punto di partenza e di arrivo

Cari insegnanti sono la mamma di una vostra ex-allieva, Valentina Rinaldi, ed ho letto della vostra iniziativa del 10 politico: sono contenta che continuiate ad andare avanti sulla strada intrapresa anni fa, all’inizio di quest’orrido percorso di riforme/restaurazioni.
Sappiate che avete l’appoggio di gran parte delle persone che vi hanno conosciuto ed apprezzato il vostro metodo educativo.
In bocca al lupo
Gloria

11 febbraio 2009: il “10 politico” riportato dalla stampa locale

mi son svegliata stamattina con l’acqua di fogna che usciva dalla mia doccia, dalla vasca da bagno.. da ogni sanitario presente in casa.. pensavo fosse evento personale. Invece no. tutto il mio palazzo. anche quello a fianco. chiamiamo l’autospurghi e si spera di risolvere. Poi leggo i giornali. Non era solo il palazzo a fianco. Era l’intera città, invasa da liquami puzzolenti e velenosi. Da ogni tombino, da ogni bocca insana, da ogni giornale uscivano parole dense come cacca. Che schifo. Rivoglio la mia scuola. la rivoglio. Prendo per mano le maestre delle mie figlie, che adoro, che le stanno facendo crescere nel rispetto e nella voglia di sapere. Che hanno menti per pensare e non si lasciano strumentalizzare da nessuna idea. Possiedono spirito critico. E bravura. Che non strumentalizzano i loro alunni. Né le di loro mamme, i loro babbi. Che rischiano, per l’AMORE che hanno per la scuola. Rischiano in prima persona.
Ancora un atto di bravura, ancora un buon insegnamento per i nostri figli. GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, mille volte grazie,

cristiana

ragazzi, sono davvero orgogliosa di essere stata per un po’ dei vostri.
i miei tre figli sono grandi e hanno lasciato la loro mitica scuola che
ricordano sempre con entusiasmo e affetto.
come genitore devo ringraziarvi per quanto avete dato a tutti e tre i miei
ragazzi e per come ogni volta mi facciate sentire orgogliosa di essere
stata anche io parte del vostro meraviglioso gruppo sempre schierato dalla
parte dei bambini. Anche oggi con questa nuova iniziativa del 10 politico
non avete avuto dubbi: dalla parte dei ragazzi anche rischiando in prima
persona.

grazie di cuore Wilma

Ciao “ragazzi”,
sono ancora e di nuovo molto fiera di avere lavorato con voi alle Longhena.
Tenete duro,perché avete ragione!!! un abbraccio e un bacio a tutti.
Cristina

Io sono molto contento di una scelta che, da una parte, premia in modo uniforme (nel voto) l’impegno di “ogni” piccolo… e dall’altro mantiene nel giudizio quelle indicazioni sulla personalità di ciascuno… così da dar modo a noi genitori di intervenire nelle aree “deboli” del suo apprendimento.
Io non lo vedo come un “appiattimento” ma come uno stimolo a migliorare…

lo sviluppo dei bambini NON è un fatto “meccanico”, quindi uguale per tutti…
e allora perchè “stigmatizzare” con un VOTO un qualsivoglia piccolo ritardo (o anticipo) di crescita???
solo per mettere alla “gogna” e magari far “regredire” uno sviluppo in corso?

no, ero e sono fermamante convinto che l’etichetta del voto, almeno per i primi anni di formazione sia da evitare.
ritengo invece giusto esprimere opinioni che aiutino i genitori a individuare aree carenti su cui lavorare… senza drammi o “voti” di
minaccia ma in uno spirito di collaborazione che vuole unicamente “far crescere”, “sviluppare” la personalità e le capacità dei bambini…
“tutti”

Firenze, 13-2-09

ESPRIMO TUTTA LA SOLIDARIETA’ POSSIBILE E IMMAGINABILE AI DOCENTI DI CODESTA SCUOLA CHE CON CORAGGIO HANNO DECISO DI VALUTARE COL MASSIMO DEI VOTI TUTTI GLI ALUNNI IVI ISCRITTI!!!!!!!
SIETE UN ESEMPIO PER TUTTO IL PAESE
Giampaolo Tomè
Insegnante di Educazione musicale in formazione

…per tutte gli insegnanti di una scuola che sa bene che cosa significa attribuire un voto e formulare un giudizio: due operazioni diverse, la prima per una scuola selettiva, la seconda per una scuola che promuove crescita, apprendimento, cultura! Classificare un bambino significa ritornare ai tempi in cui alla lavagna si scrivevano i buoni e i cattivi! Erano i miei tempi, ed io fortunatamente mi sono salvato dalla dura selezione di allora! Ma quanti miei compagni sono stati condannati all’ignoranza a vita! Ricordate che non siete fuori legge! Voi non vi siete rifiutate di attribuire i voti! Anzi! E il ministro dovrebbe essere contento che i vostri alunni hanno raggiunto tutti quel “merito” tanto atteso! Avete attribuito dieci, e i voti vano da uno a dieci! I vostri accusatori dovrebbero dimostrare che i vostri bambini non meritano dieci! Li interrogheranno uno per uno? E con quale autorità? E’ semplicemente pazzesca tutta questa vicenda del ritorno al voto! Chi ci governa è un gruppo di ignoranti! Avanti tutta! Maurizio Tiriticco

Grazie per il vostro coraggio, per quel coraggio che in tanti non abbiamo un po’ per pigrizia un po’ per stanchezza!

La mia piena solidarietà professionale ed umana alla dirigente, alle colleghe e ai colleghi della Scuola elementare Longhena.

E un caloroso consiglio: non commettete l’errore di lasciarvi dividere! Da nessuno. La scuola è dei bambini che la frequentano e vostra, del loro diritto di apprendere e del vostro impegno professionale per garantirlo, della vostra storia, del futuro che saprete darle.

Sto aggiornando l’home page del sito ampiamente dedicata alla valutazione e anche a ciò che vi sta succedendo.

http://www.memorbalia.it/

Un fraterno abbraccio.

Mario Ambel

Solidarizzo con il Collegio Docenti sulla decisione di valutare con il dieci tutti gli alunni.
Difronte ad estemporanee ed immotivate imposizioni ministeriali, prive di un qualsiasi presupposto teorico, non basate sui risultati di indagini o ricerche di natura docimologica, psicopedagogica, didattica o altro, tali da disorientare docenti preparati e responsabili, genitori e, soprattutto, i bambini, trovo la vostra decisione coerente e deontologicamente ammirevole. Gli ispettori ministeriali dovrebbero più proficuamente occuparsi di accertare la competenza degli esperti che hanno redatto le illogiche ed incoerenti disposizioni ministeriali, senza per altro prendersi la responsabilità di dare precise indicazioni in merito alla conversione dei giudizi in voti numerici.

Cari colleghi e colleghe,

leggo da due giorni sulla stampa (Repubblica) dell’attacco che state subendo e non ho potuto fare a meno di scrivere un paio di lettere (che vi allego).

Sostengo la vostra lotta (o resistenza come penso si possa meglio definire).
Io ho fatto una scelta diversa : ho messo solo i giudizi e non potrà venire santo a costringermi a mettere i voti.
Mi sembra che questa scelta sia più facilmente comprensibile per i genitori e mi lasci la coscienza più tranquilla.
Ora spero anch’io di finire sulle cronache giornalistiche, se il ministro si accorgerà di me : è da tempo che sogno di finire martire in una galera di stato; chissà che non mi esaudiscano!

Il coraggio sia con voi (e pure con me).

Vittorio Delmoro – maestro

carissimi colleghi,
dalla scuola primaria Gianni Rodari di Poggetto- San Pietro in Casale, un abbraccio grande, affettuoso, grato e resistente.
Silvia Bertozzi

Cari colleghi, sono insegnante di sostegno alla scuola “Bini” di Livorno, oltre a farvi i complimenti per l’ ottimo lavoro che state portando avanti, vorrei esprimere la mia solidarietà ed approvazione per il 10 politico che avete assegnato ai bambini! Siete grandi..dovremmo tutti quanti associarci alla vostra iniziativa per far sentir sempre più forte la nostra voce..non ci arrendiamo!un grande augurio di buon proseguimento!

Il voto in decimi agli alunni non è garanzia di innovazione scolastica e attenzione a ogni singolo alunno.
Anzi, è l’anticamera per una scuola dequalificata dal punto di vista didattico e educativo.
Manifesto il mio apprezzamento per gli insegnanti che hanno deciso di condurre questa battaglia sull’inutilità dei voti.
Boicottare è speranza di democrazia, in un paese dove della scuola interessa poco.
La scuola di eccellenza non si costruisce sui voti, sulla condotta e sulle uniformi.
Se insegnanti protestano e avanzano proposte significative per il bene dell’educazione vuol dire che c’è speranza se questo accade!!!

Sono un’insegnante elementare di Torino. Esprimo tutta la mia solidarietà al Collegio Docenti per la situazione che sta vivendo in merito alla scelta relativa al voto.
Siete un esempio per tutti.
Daniela Braidotti

A tutte le insegnanti della scuola elementare Longhena, in particolare a Marzia, un grazie di cuore….per il loro lavoro e la loro generosità. Io, e come me tanti e tanti, sono con voi.

mario scano, insegnante, sassari

per chi come voi inventa granelli geniali capaci di inceppare mostruose macchine…
per chi come voi è “la spina nel fianco”…
per chi come voi resiste attivamente…
per chi come voi rischia in prima persona…

OH YEAH !!!

rosanna mulas
attualmente collaboratore scolastico precario alle medie Gandino vessata, ma non domata
desaparecida dal palcoscenico politico di bologna, ma quotidianamente attiva sul lavoro
con disperazione di alcuni e gioia di molti 🙂

un abbraccio sincero

care ragazze e ragazzi,cari genitori,
in questi tempi bui anche la nostra scuola sta subendo gli attacchi da parte della incultura di destra. c’è chi da tempo aspettava il momento favorevole per colpirci:politici locali e nazionali,dirigenti dell’amministrazione scolastica locale e nazionale,stampa locale e nazionale. vecchi e nuovi rancori verso un gruppo di insegnanti che dava e dà fastidio perché più attenti a difendere valori che a obbedire ciecamente,perché sono un esempio di come l’alta qualità della professione sia legata ad una cultura di avanguardia,perchè non smettono mai di ricercare nuovi approcci all’insegnamento,perché,con la ricchezza delle esperienze del passato,guardano avanti,cercando costantemente di adattare le strategie,i metodi e i progetti ad una società che è in continua trasformazione.Il loro impegno irride gli stolti,la loro efficacia disarma i conservatori,la loro laicità infastidisce gli integralisti,il loro libertarismo irriducibile irrita gli autoritari di ogni parte politica,sindacale e culturale. gli stolti si domandano come mai a questi insegnanti sia ancora permesso di lavorare,come mai i genitori degli alunni siano unanimemente consenzienti,come mai una scuola del genere non sia stata ancora chiusa! La risposta sta nei dati:la Scuola Longhena funziona molto bene,gli alunni maturano una personalità ricca,creativa e affettivamente e culturalmente sviluppata;gli ex alunni mantengono vividi ricordi positivi di questa scuola e dei loro maestri,i genitori sono soddisfatti perchè vedono bambini felici. Tante altre volte la nostra scuola è andata “a finire sui giornali”:nella maggior parte dei casi per sottolineare la qualità di progetti realizzati,per informare di una vittoria in qualche concorso,per evidenziare attività di alto valore culturale e creativo,di rilevanza accademica nazionale ed internazionale.
Partecipate dunque,massicciamente,per resistere,resistere,resistere!Mandate lettere ai giornali,ai politici,per ricordargli che,nonostante loro,noi siamo vivi e stiamo bene.

Sono una maestra di 5 elementare di S.Andrea Bagni (Parma) . Non so quanto vi possa servire , ma sono con voi al di là di tutte Le sciocchezze che media, politici, presidi, provveditorati e ministri possano dire… La scuola è un mondo che si può vivere e capire solo entrandoci e lavorando con passione ogni giorno accanto AI bambini.
Vi invidio solo un Po’ perchè siete riusciti, MI sembra, a creare un gruppo di insegnanti e genitori che lottano insieme per un diritto fondamentale che ci vogliono togliere.

Vi capisco e vi sostengo.

Cinzia

carissima dirigente
carissime colleghe

non ci sono molte parole da scambiarsi, solo appoggio e solidarietà
nuccia maldera
(ins scuola elementare Collegno Torino)

MCE torino

Ho letto la notizia del 10 in pagella. Complimenti alle insegnanti che hanno trovato un modo di farsi sentire. Questa ministra sta mandando la scuola allo sfacelo, spaccia delle “idee” (che non si possono neanche definire tali) superate e pedagogicamente infondate per innovative. Mentre l’Europa va avanti, noi regrediamo.

sono con voi tutti. dopo la battaglia in cnpi per non disperdere la cultura della valutazione avevo perso la speranza… ora c’è un motivo di più per continuare a (r)esistere –. sono ina “vecchia” insegnante di scuola media e so cosa vuol dire da scolara “ricevere voti” e da insegnante accompagnare i ragazzi con attenzione ai processi … la scuola che include è la vostra… siete tutti noi caterina

Per la scelta della scuola elementare, come per tutte le decisioni che riguardano nostra figlia, cerchiamo di valutare il meglio per lei, anche quando non è il meglio per noi.

Abbiamo esaminato le scuole elementari della nostra città, Bologna: quelle pubbliche e quelle private. Abbiamo chiesto consigli ad alcuni genitori con figli più grandi ed abbiamo consultato il web. L’esito della nostra ricerca è stato che la scuola Longhena era per il nostro caso la migliore soluzione e, nonostante qualche dubbio, l’abbiamo iscritta ed è stata accolta.

Nostra figlia ha compiuto 6 anni da pochi mesi e fino ad oggi, a metà del suo primo anno scolastico:

– è felice di andare a scuola;
– ama i suoi due maestri;
– non è ansiosa sulle questioni riguardanti lo studio;
– praticamente sa leggere in stampatello;
– sa scrivere in stampatello;
– esegue somme e sottrazioni tra i numeri della prima decina a mente… (anche se usa le manine dietro la schiena);
– svolge i compiti a casa, assegnati per il fine settimana, con entusiasmo;
– ha l’abitudine di leggere qualche pagina del libro, assegnato dai maestri, a letto prima di dormire;

Non so quale numero da zero a dieci possa sintetizzare il rendimento della prima metà dell’anno scolastico di mia figlia. Non so se questa numerazione è uno strumento più innovativo del giudizio esteso espresso dai maestri o di altre forme di valutazione. Ho però incontrato, scritto e parlato più volte con i suoi maestri ed ho fiducia in loro e so che mia figlia è serena.

Ho quindi compreso la necessità dell’iniziativa di assegnare un voto unico alle pagelle della classe per consentire ai maestri, entro la fine dell’anno, di adeguarsi alle nuove regole recentemente legiferate. So anche che i maestri di questa scuola sono professionisti e sapranno adeguarsi alle nuove regole di valutazione e contribuire a migliorare ulteriormente la scuola, nonostante le crescenti difficoltà.

Spero dunque che l’attenzione di tutti noi possa concentrarsi su altre 4 importanti pagelle, quelle dei seguenti 4 dottori che amano la scuola per passione e professione, ciascuno per le proprie competenze, e che ritengo utili per valutare il rendimento di ciascuno, a beneficio della Scuola Longhena:

1) Dott.ssa Maria Stella Gemini, Ministro dell’Istruzione
2) Dott.ssa Ivana Summa, Dirigente Scolastica IC8
3) Dott. Vincenzo Aiello, Direttore Ufficio Scolastico Provincia di Bologna
4) Dott. Luigi Catalano, Direttore Ufficio Scolastico Emilia-Romagna

Per ciascuno dei 4 dottori, per le materie e gli obiettivi dell’elenco che segue, mi permetto di assegnare un voto unico pari a 10, per l’incoraggiamento necessario affinché, entro la scadenza del loro mandato, tutti insieme possano conseguire, e/o far conseguire, almeno i seguenti obiettivi:

– 10 ore di ispezione all’anno per la verifica delle condizioni statiche e di manutenzione delle strutture e degli impianti del fabbricato;
– 10 ore di ispezione all’anno per la verifica delle condizioni di manutenzione del giardino e del parco della scuola;
– 10 giochi nuovi per il giardino;
– 10 metri quadrati di pannelli fotovoltaici per ciascuna classe per autoprodurre l’energia elettrica necessaria alla scuola;
– 10 autobus per trasporto scolastico elettrici e/o a metano a noleggio per sostituire quelli noleggiati a gasolio;
– 10 sostituzioni di infissi al mese per migliorare l’isolamento termico, estivo ed invernale, del fabbricato;
– 10 euro al mese per ciascun bambino per finanziare i laboratori extra scolastici e l’acquisto di cancelleria, libri, computer;
– 10 ore di ulteriore compresenza al mese per i due maestri di ciascuna classe;
– 10 giorni all’anno per l’aggiornamento professionale di ciascun maestro da trascorrere in altre scuole elementari d’eccellenza;
– 10 minuti all’anno dei 4 sopra elencati dottori tra i banchi di ciascuna classe per aiutarci a condividere, imparare e misurare il loro rendimento, oltre a quello dei maestri, dei bambini e dei genitori.

Cordialmente.
Francesco

Vorrei personalmente ringraziare la “vecchia” Prof. Ina per le parole di solidarietà rivolte a tutti noi. Anch’io, cara Prof, “giovane” precaria presso la scuola primaria e anche presso la scuola secondaria di I Grado dello stesso Istituto Comprensivo avevo perso la speranza di incontrare un’altra Prof. che intende incoraggiare una scuola che ha per obiettivo “accompagnare i ragazzi nei processi”…e valutarli giustamente e con coscienza.
Sabato mattina, infatti, una PROFESSORESSA nella sala PROFESSORI della scuola media del medesimo Istituto comprensivo delle primarie Longhena apostrofava me, le colleghe, e i colleghi dell’elementare (QUINDI DI GRADO INFERIORE) come cretine… prospettando scenari oscuri e minacciosi…
“ Adesso vedi, adesso vedi che cosa succede al collegio per quelle cretine della Longhena” e di seguito “aggiornamento sulla valutazione…. quante riunioni inutili”
Grazie Brunella

siete diventate la nostra bandiera, e vi sosterrò (ne son certa, non da sola!) con orgoglio.
mara, una delle maestre di milano che non si è arresa.

Non sono molto brava ad esprimere con la scrittura i miei pensieri… ho letto lettere bellisime e mi dispiaccio di non poter fare altrettanto!!!!
Il mio commento però è che per quanto mi riguarda il 10 e lode in tutte le materie io lo do alle maestre.
Pazienza dieci
comunicatività dieci
Rapporto con i bambini dieci
incoraggiamento e stimoli dieci
didattica dieci
simpatia dieci
coraggio dieci
Giudizio generale dieci e lode

Lorenza “Mamma 1a B”

Non ancora convinto che il 10 a tutti possa essere la migliore forma di protesta verso la sterile valutazione in cifre, appoggio in ogni caso il costante impegno del corpo docente di Longhena contro i tentativi di distruzione della scuola pubblica.
Anche quello degli insegnanti che non hanno aderito a questa forma di protesta.
Andiamo avanti, con tutta la forza possibile.

UN 10 ALLA SPERANZA
Difendiamoci dal futuro che ci aspetta. Peccato che il dirigente scolastico della scuola elementare Longhena di Bologna abbia annullato il 10 politico che i maestri avevano dato a tutti i bambini per protesta contro la riforma Gelmini. È stato un bel momento, quel breve momento: 10 a tutti i bambini di 6 anni, 10 per il fatto di esserci e costituire una speranza. Avanti lo stesso, bambini. Non sarà un voto a fermarvi.

Angelo Terranova
http://concita.blog.unita.it//Un_dieci_alla_speranza_207.shtml

Un 10 alla Scuola Longhena e agli insegnanti.
Sono di Varese e vi sto seguendo da qui. Aderisco con corpo ed anima alla vostra protesta, contro le valutazioni numeriche anti-pedagogiche, che discriminano e ingabbiano gli studenti nella cella di un numero. La globalizzazione anche a scuola: siamo numeri, non persone; siamo numeri, non studenti. Siamo un impresa, non una scuola. La produzione e la produttività si valutano in numeri…Pobabilmente il prossimo passo della Gelmini sarà quello di introdurre la lettura ottica per la correzione delle verifiche, con risultato numerico a barre… Appoggio la vostra protesta e, venendone a conoscenza, sono stata felice di sapere che esiste ancora qualcuno capace di dar voce al dissenso e battersi nel nome di una scuola migliore, forgia delle generazioni future.
Deb&Gigi

Cari amici,
mi permetto di riportarvi una mia mail che ho spedito nei giorni scorsi alla prof. ssa Turci, responsabile scuola del PD bolognese, e per conoscenza a Raffaele Donini, del coordinamento esecutivo del PD bolognese, a proposito dei commenti purtroppo alquanto stonati che alcuni importanti membri del principale partito di opposizione hanno rilasciato sulla “vicenda Longhena”.
Chiedo scusa se questo mio intervento potrà sembrare troppo “politico-partitico”. Non voglio affatto per altro sollecitare un dibattito su chi sia o non sia (o debba o non debba) essere il referente politico della battaglia civile in difesa della scuola pubblica.
Ritengo però che questa battaglia sia anche politica nel senso più alto del termine e che coinvolga più in generale la difesa della democrazia in questo paese.
Credo sia importante quindi rivolgerci alle diverse forze politiche e sociali per richiamarli ai loro compiti e doveri (in primis la difesa della Costituzione).

“Gentile preside Turci,
sono un genitore di un alunno della scuola Longhena, nonché insegnante di scuola secondaria superiore.
Ho ascoltato il suo intervento alla trasmissione di stamattina 13/02/09 su Radio città del capo.
Le confesso che le sue risposte mi hanno molto deluso e lasciato letteralmente sconcertato.
Ci troviamo, a mio avviso, di fronte ad uno degli attacchi più violenti alla scuola pubblica che sia mai stato effettuato: in tutti gli ordini di scuola si stanno approntando tagli di ore e di materie, drastiche riduzioni dell’offerta formativa, la distruzione di due modelli educativi della scuola primaria, come il modulo e il tempo pieno, che hanno dato risultati eccellenti.
Ma queste cose lei le conosce benissimo e spero e credo che le condanni e le stigmatizzi come la gran parte di chi vive nel mondo della scuola.
A mio parere la reintroduzione del voto numerico in decimi nella scuola primaria è un autentico obbrobrio pedagogico, oltretutto reintrodotto con la brutalità e l’autoritarismo che contraddistingue l’agire di questo governo e di questo ministro.
Riguardo al caso specifico delle Longhena, le posso assicurare che le insegnanti e gli insegnanti della scuola ci hanno tenuti assolutamente al corrente delle motivazioni didattiche della loro resistenza ad introdurre ex abrupto la votazione in decimi a partire dal primo quadrimestre e ci hanno spiegato i motivi della decisione presa all’unanimità dal Collegio docenti di mantenere i giudizi. Visto l’ordine di servizio repentino da parte della Dirigente, hanno optato, come lei sa, per il voto massimo, in attesa di avere il tempo per riempire di senso, nelle prossime valutazioni, l’obbligatoria votazione numerica (ma mi lasci dire, come giustamente ricordava il prof. Frabboni nella stessa trasmissione radiofonica cui è intervenuta lei, quante furono le maestre che continuarono per anni ad utilizzare la votazione numerica nelle scuole quando si passò ai giudizi, senza che nessuno, non dico le minacciasse di pesantissime sanzioni, ma nemmeno le redarguisse?).
Non si tratta quindi, come vede, di 10 politico, come la stampa ha suggestivamente “strillato”. Mi creda, se c’è chi dice che i bambini sono venuti a casa dicendo: “che bello, ho avuto 10 in tutte le materie, così non studio più!” è in assoluta mala fede.
Richiamarsi all’obbligo della norma, ritengo sia in questo caso fuori luogo da parte di una forza politica autenticamente democratica; c’è una norma più importante che è quella garantita dalla Costituzione (bolscevica?) sulla libertà d’insegnamento.
Le posso assicurare che fra tutti i genitori dei bambini di Longhena che conosco non ce n’è uno che non sostenga i maestri nelle loro scelte e non sia solidale con loro (ovviamente non ambisco a rappresentarne la totalità, tuttavia alle libere assemblee che si sono tenute nei mesi scorsi, nessuno ha mai espresso considerazioni favorevoli alla cosiddetta riforma” Gelmini).
Sono insegnanti bravi, motivati, appassionati del loro lavoro, affiatati al loro interno; un bravo ministro, dei bravi politici, dei bravi amministratori, dovrebbero ascoltarli, confrontarsi con loro, con le loro esperienze, con la loro pratica quotidiana di insegnamento, non minacciarli di sospendere loro lo stipendio e il ruolo.
Questo io vedo soprattutto; e questo io credo dovrebbe vedere un partito che si definisce democratico e nel quale continuo con sempre minore fiducia, ma con disperazione, a credere.
Faccio parte del “popolo delle primarie”, sarà facile da parte sua controllarlo, spero tanto di non essere deluso ancora una volta, per me, ma soprattutto per il nostro povero paese e i nostri figli.
La distruzione della scuola pubblica è un lascito che non vorrei lasciare ai miei figli e alle generazioni future.

Cordialmente
Giovanni Cristani
Insegnante
Genitore di un bimbo della Scuola Longhena

@ Gentile Giovanni Cristani

Ho avuto modo di ascoltare anch’io la stessa trasmissione radiofonica. E sono rimasto molto sorpreso delle dichiarazioni della preside Turci.
Che i giornali pubblichino titoli e notizie privi dei necessari approfondimenti può essere cosa comune. Ma che questo avvenga nel mondo della scuola è un po’ inaspettato. Perché l’aspetto grave di tutta la campagna contro il 10 in pagella è che tutti si sono precipitati a giudicarci senza avere gli elementi indispensabili per farlo. Della nostra scelta ne abbiamo discusso con i genitori nelle nostre assemblee e nei collegi e interclassi con le nostre delibere e non all’esterno. La professionalità che ci distingue ci ha impedito, in questa situazione, di rendere pubblici questi documenti.
Non sono invece per nulla sorpreso delle dichiarazioni di solidarietà di Frabboni, pedagogista di fama mondiale ed ex preside della facoltà di Magistero a Bologna. Sono diventato maestro sui suoi testi e quando ho superato il concorso, nei lontani anni ’80 con un ottimo apprezzamento dell’attuale dirigente della scuola, i voti non c’erano già più da alcuni anni e nessuno si sognava di riproporli.
Erano altri tempi…

Fabio Campo, insegnante Longhena

quello che “riporto”, dopo aver chiesto il permesso… è un post non mio ma di una mamma in un forum di genitori che frquento.
ho piacere di farvi partecipi della stima che ricevete…..

scrive Maria Pia da milano….

A mio parere etichettare questa iniziativa della Longhena come un 10 politico significa essere ciechi e sordi a fronte delle spiegazioni didattiche e pedagogiche che persone finalmente “competenti” in materia hanno espresso a più voci.
Se voglio conoscere bene i pesci, mi rivolgo ad un biologo marino.
Se voglio conoscere bene gli astri e i pianeti, mi rivolgo ad un astrofisico…

non capisco perché non si debba rivolgersi ad insegnanti, a pedagogisti e a psicologi dell’infanzia per conoscere bene l’educazione infantile.

Cosa pensiamo possa comportare un voto numerico alle scuole primarie?
Pensiamo davvero che con questo si risolvano i problemi di una scuola al ribasso, di una scuola alla Mastrocola che premia le “capre” e abbandona le eccellenze?
Pensiamo davvero che coi voti si ridurranno i casi di bullismo, le pance al vento, le parolacce rivolte agli insegnanti?

Vi do una cattiva notizia. Io ho fatto supplenza in scuole medie all’epoca dei voti numerici. Ebbene ho incontrato classi ingestibili, dove i bulli portavano coltelli in aula, dove le ragazzine giocavano a fare gli spogliarelli, dove apparivano insulti alla lavagna…

io credo che dalla Longhena, anche se i bambini avranno tutti 10, e forse chissà proprio per quello, non usciranno ragazzini che porteranno coltelli o ragazzine che faranno le spogliarelliste perché avranno capito che intorno a loro ci sono sempre state persone che li rispettano, che li amano, che li ascoltano, che li seguono…senza 5, 6 o 7 o 8…..impareranno che nella vita i voti possono cambiare, ma ciò che più conta è tenere viva la curiosità, la bellezza delle cose, della natura, è imparare a riflettere, è credere in se stessi.

Un applauso alla coraggiosa Longhena che nel panorama scolastico italiano spicca, e di questo dovremmo solo esserne fieri.

PS. Ieri Jacopo non voleva fare i conticini….purtroppo un altro che odierà la matematica e che forse arriverà a mala pena al 6…Già conosco l’antifona, perdita di autostima, panico di fronte ai problemi…e la matematica vista come “la bestia” nera…..
E’ un problema di insegnamento sicuramente, ma un 5 o un 6 lì belli schiacciati in pagella non l’aiuteranno di certo.

A proposito delle proteste montanti contro i tagli del governo alla scuola e le “riforme”, come la reintroduzuone del voto in numeri e il grembiule alle elementari, sono colpito positivamente dalla protesta delle Maestre della Scuola Longhena, che, in mancanza di specificazioni ministeriali su come utilizzare i dieci numeri, hanno deciso di dare a tutti i bambini dieci in tutte le materie. Ne è partito un caso nazionale, strumentalizzato dalla destra con il solito slogan “non facciamo fare politica ai bambini”. Un po’ come dire che la politica è una cosa sporca e quindi i bambini innocenti non dovrebbero averci a che fare. Credo che la politica sia l’espressione più alta dell’uomo, dove la sua intelligenza e la sua azione si mescolano e raggiungono il livello massimo di espressione della persona. Per cui è splendido che già i bambini comincino a capire che cosa significhi lottare per una società più giusta. Certo la politica fatta da molti esponenti della destra (e anche alcuni della sinistra, per la verità) sarebbe meglio non farla vedere ai bambini, per non creare loro incubi.
http://viverestphilosophari.wordpress.com/2009/02/16/la-politica-e-bambini/

vorrei aggiungere, ai tanti commenti, che mia figlia, nella sua semplicità dei suoi 9, quasi 10 anni, mi ha detto “ma a cosa servono tutte queste proteste, se poi nulla cambia?” le ho spiegato, nella mia semplicità di mamma “impegnata” che alcune cose sono cambiate, poi ho capito che le sue rimostranze erano in realtà dovute al sentire la sua mamma poco presente per lei nello specifico, perchè sempre presente a riunioni e “dimostrazioni di piazza”, ho pensato che la mia bimba si sia sentita “trascurata”, ho spiegato, ho espresso le mie opionioni, lei ha compreso “alllora lo fai per me?” si, ho detto io, lo faccio per te e per tutti i bambini come te, perchè nessuno sia meno di uno e tutti siano dei 10, nel mio cuore, allora ha capito, compreso, che a volte, è necessario tralasciare il proprio IO per dedicarsi al più vasto NOI. questo è l’insegnamento che noi, genitori, insieme agli insegnanti, sappiamo dare a mia figlia. E’ troppo poco? è riduttivo? sbagliamo ? non credo! lo giudicherà lei da adulta, per ora è quello che noi, madre e padre, pensiamo sia meglio

Anch’io esprimo solidarietà alla dirigente e ai docenti della scuola Longhena.
Anch’io quest’anno, con la follia della valutazione in decimi ,sono stata costretta a gestire situazioni estremamente complesse e contradditorie. Questa trovata sta facendo venire fuori tutto il non detto negativo della scuola, sta scardinando anni e anni di ricerca pedagogogica e didattica, sta mettendo seriamente alla prova le migliori intenzioni dei docenti più attenti e che da sempre lavorano per una scuola che permetta a ciascuno di far emergere le proprie attitudini, e agli insegnanti di sviluppare in ciascuno il meglio di sè.
Azioni dimostrative di vario genere possono contribuire a rendere sempre più vivo il dibattito su proposte che vanno in una direzione opposta alla democrazia. Nella mia scuola (sono dirigente di una scuola media di Pescara) e nel CIDI di Pescara abbiamo a lungo commentato l’episodio (naturalmemte non con tutti i docenti)ed io credo che più circolano pensieri, meno si dà la possibilità della definizione del “pensiero unico”, mai condivisibile da chi ha per tutta la sua carriera scolastica lavorato per la scuola di tutti. Un saluto solidale

Sono una mamma di Longhena, orgogliosa di aver scelto per il mio bambino una Scuola con insegnanti così preparati, coraggiosi e innamorati del proprio lavoro.
Un grazie di cuore a tutti i maestri ed in particolare a Fiorella e Alessandra.

siete grandi, perchè non ci ho pensato anche io a mettere quella motivazione in scheda? io ho messo voti tutti uguali, tutti 9, ma non ero soddisfatto, la vostra idea mi piace molto di più.
il Mirco che sto valutando è comunque il miglior Mirco che posso avere in questo momento, è un ottimo Mirco.
mi sento in forte sintonia con voi
grazie
sergio

Anch’io ho dato 10 in pagella a tutti gli alunni delle classi in cui insegno. E’ stato un voto pedagogico non “partitico” come vuole il ministro. Sono rimasto solo nel mio circolo, ma ho espresso pubblicamente in Collegio dei docenti le mie motivazioni e ora che anche illustri studiosi come Frabboni si schierano con i maestri ne sono molto felice. Esprimo tutta la mia solidarietà!
Pierpaolo Loi

A tutti quelli che… come noi credono che costruire un mondo migliore si può, si deve! Longhena è il mondo migliore e noi arriveremo al suo fianco fino in fondo e anche più in là!

E’ stato come attraversare una tempesta, poi ce l’ho fatta! Ho adottato la proposta del Cidi, riadatttandola, perchè contraria alla valutazione in decimi. Sono rimasta sola nel mio circolo, senza la possibilità di discutere e confrontarsi tra colleghe o magari insieme al ds in collegio (!?). Ma non potevo accettare di andare contro i miei principi pedagogici e didattici. Anche la scheda di valutazione, caduta dall’alto, non mi ha permesso di ovviare ai voti (un simbolico 10) ponendo accanto un giudizio analitico poichè nella casella non c’era posto! Ultima possibilità, dichiarare il mio essere contraria con un documento allegato alla riunione di interclasse; poi ho cominciato a stare un pò meglio…
Vorrei mandare un saluto solidale ai colleghi di Longhena e dire loro: INSIEME CE LA FAREMO!

Avevo letto della vostra protesta giorni fa e la ritengo una giusta, civile e sensata “obiezione di coscienza”.
In questi giorni mia figlia di 7 anni ha ricevuto la pagella, in una scuola di Milano dove hanno fatto loro la dottrina Gelmini usandola a pieno regime e adottando la scala di valutazioni della scuola superiore.
Mia figlia è vivace e ha ancora voglia di giocare. E’ mancina e scrive male, inoltre ha una concentrazione piuttosto breve come tempi.
Tuttavia parla benissimo, usa i verbi correttamente e legge, capendo bene quel che legge, anche se non ama quest’attività.
I suoi voti sono stati:
5 in italiano. 6 in matematica, musica, religione.
7 in tutte le altre materie, tranne in disegno e in inglese, in cui ha meritato 9.
Notate che l’inglese non lo sa. Anche se ricorda molte parole e ha interesse per la materia, non è in grado di formulare neppure una frase semplice (conosco l’inglese abbastanza bene per poterlo dire). Cio’ per evidenziare la coerenza del criterio usato.
In seconda elementare questa scala di voti è del tutto controproducente. E’ demotivante per la bambina, la fa sentire diversa dagli altri e induce un senso di incapacità che secondo me segna in modo decisivo il futuro rapporto con la scuola.

Han voluto essere “piu’ realisti del re” senza rendersi conto che un’applicazione così conformista di un decreto già (molto) discutibile mina il processo formativo nel suo meccanismo piu’ delicato: la maturazione e lo sviluppo delle potenzialità.

Sto pensando seriamente di cambiare scuola mia figlia. Ditemi, o coraggiosi e competenti insegnanti, cosa ne pensate…
ciao
Barbara Albertoni

@ per Barbara A.
Purtroppo era assodato che il ritorno al voto così d’ufficio senza una fase di passaggio, un dibattito sulla sua opportunità o meno avrebbe scatenato negli insegnanti i gesti più severi e per i genitori e i loro figli umiliazioni, sbalordimenti vari.
Un voto “bello” si assorbe più facilmente e anzi ci galvanizza, è il voto “basso” che manda in crisi, è un meccanismo palese.
E’ un meccanismo nel quale abbiamo deciso come docenti di non entrare.
E’ da 31 anni che il voto non viene usato nella scuola primaria e nessuno l’aveva invocato.
Sappiamo che in questa età, come lei giustamente dice, la maturazione e lo sviluppo delle potenzialità sono la cosa più importante , il voto in questa fase è solo dannoso.
Cambiare scuola? Che dire?
Parlare con gli insegnanti? Magari farsi spiegare quali criteri hanno usato per assegnare un voto così basso ed uno poi così alto, letti così sembrano una bella lotteria.
La nostra speranza è che si possa riaprire il dibattito sulla questione valutazione trovando quegli spazi e tempi che non ci sono stati.
Grazie per la sua lettera, la scuola dovrebbe promuovere i percorsi di crescita delle persone e non bloccarli e avvilirli,
un caro saluto
Cristiana Costantini, ins. scuola Longhena

Da Varese. Sono figlio di insegnanti, ho vissuto la scuola da ambedue le parti.
Purtroppo nella mia breve carriera scolastica ho quasi sempre incontrato insegnanti che erano ottimi giudici molto inclini a valutare i singoli casi in base ad un apprendimento esclusivamente di tipo nozionistico, senza che a nessuno di loro venisse mai in mente di far appassionare i ragazzi alle varie materie. Non mi permetto di esprimere nessun parere sui metodi di insegnamento adottati dai miei genitori, ma è un dato di fatto che io all’età di circa 12 anni abbia deciso di non parlare più. A mio parere la scuola, sopratutto nei primi anni, dovrebbe aiutare i bambini a crescere in modo sano e costruttivo, stimolare la loro innata curiosità, proporre le materie in modo non oppressivo, credo anch’io che il voto non serva a questo, ma solo a creare discriminazioni.Pertanto sono solidale con gli insegnanti della scuola Longhena.
E meno male che ci sono ancora persone che credono in quel che fanno e che hanno ancora passione e forza di credere nei loro ideali!

Claudio Scampini.

Ex allievo non proprio modello.

Grazie per il suo contributo. Molto spesso con semplicità si sente dire: “noi abbiamo pur avuto i voti e siamo vivi”.
Essere vivi, non significa essere felici o sentirsi pienamente in armonia come persone, significa solo che in un modo o nell’altro abbiamo superato varie fasi nella nostra vita nel bene e nel male.
Certe ferite dentro di noi forse non si rimarginano mai; come educatori ci sentiamo di dover contribuire allo sviluppo pieno della persona ,perciò crediamo che il percorso scolastico dei ragazzi vada accompagnato e sostenuto non “bloccato” da un numero che in questa fase evolutiva non ha utilità.
Cristiana Costantini (ins. Longhena)

Anch’io ho avuto i voti, eppure sono viva. MA con la consapevolezza e la tristezza nell’anima che alcuni voti hanno segnato la mia, pur vitale, vita. Tempo fa, ho avuto modo di rivedere i miei disegni fatti durante la prima media (allora si chiamava così). Certo non belli, lo ammetto. Impresso come un marchio sul retro c’era il voto: 2 oppure 3 oppure 4. In prima media si hanno 11 anni! E neppure un’indicazione su come migliorare, su come trasformare quei 2, 3, 4 in 6, 7, 8. In 10! Da allora ad oggi, e nel futuro, ho sempre sostenuto “io non so disegnare”, anche se ORA sento dire da insegnanti illuminati (o forse normali, ma a me sembrano eccezionali) che nessuno non sa disegnare, come nessuno è stonato. L’importante è essere guidati nel percorso dell’apprendimento, poi ci sarà chi ha più attitudine e chi meno. Ecco come si sopravvive ai voti. Ecco quello che non auguro debba subire mia figlia. Ecco perchè amo gli insegnanti che non mettono i voti!

Per Cristiana Costantini. Mi fà grande piacere sentir parlare di qualità della vita, naturalmente, a mio parere, da non confondersi con i modelli proposti dai media!
State facendo una cosa giusta, continuate su questa strada!

Claudio Scampini.

Ex allievo non proprio modello.

Volevo comunicare tutta la mia solidarietà, il mio appoggio e anche la mia invidia a questo gruppo di insegnanti davvero strepitoso, che con grande coraggio porta avanti le sue idee e serve da esempio per noi altri insegnanti. Ho provato ad immaginare le vostre classi, i vostri bambini e ho desiderato essere una di voi… magari! Ancora grazie, per quello che siate stati capaci di fare.

Grazie a te che ci esprimi la tua solidarietà, in questo momento è per noi musica. Non dobbiamo correre il rischio di rimanere soli, le voci si devono moltiplicare, il nostro gesto ha senso se apre ad altri gesti significativi. Speriamo di vedere altri insegnanti affermare che i voti non sono lo strumento adatto per valutare i bambini della scuola elementare.
Ancora grazie
Cristiana Costantini, ins. Longhena

Passati i giorni dei titoli sui giornali, delle dichiarazioni distorte per fare notizia e della strumentalizzazione mediatica, restano i maestri e le maestre di Longhena e la coerenza dei contenuti espressi.

Non so quanto tempo occorrerà prima che questo attacco alla scuola smetta di produrre effetti, però so per certo che nessuno di noi ha intenzione di abbandonare gli insegnanti.

Rimanere a fianco dei maestri, persone speciali ed educatori di altissimo livello, e continuare a sostenerli sia dal punto di vista professionale che umano mi sembra importante, oltre che un esempio istruttivo da dare ai nostri figli:
il coraggio di difendere le proprie idee l’hanno avuto i maestri e i genitori lo condividono e gli sono vicini.
barbara cevenini

Cito dalla stessa Circolare Ministeriale n. 10 del 23 gennaio 2009 sulla valutazione:

(…)
Si sottolinea, innanzitutto, che criteri essenziali per una valutazione di qualità sono:
la finalità formativa;
la validità, l’attendibilità, l’accuratezza, la trasparenza e l’equità;
la coerenza con gli obiettivi di apprendimento previsti dai piani di studio;
la considerazione sia dei processi di apprendimento sia dei loro esiti;
il rigore metodologico nelle procedure;
la valenza informativa.
In tale ottica è indispensabile che i citati criteri facciano da riferimento per:
la valutazione in itinere;
la valutazione periodica e finale;
l’esame di Stato conclusivo di ciclo;
gli interventi di rilevazione esterna degli apprendimenti da parte dell’Invalsi.

Come si possa tener conto di tutte queste cose mettendo un numero da 1 a 10 resta una contraddizione in termini.

Pensate ad esempio ad un processo di apprendimento:
invece di scrivere, ad es., “l’alunno, partendo da una situazione di grave difficoltà, si è impegnato assiduamente superando in parte le lacune iniziali e raggiungendo parzialmente gli obiettivi di apprendimento stabiliti, rafforzando l’autostima e le proprie capacità di relazione con i compagni”,

che voto diamo a questo alunno?

10 per l’impegno e 5 per gli obiettivi raggiunti parzialmente? Facciamo la media e mettiamo 7 o 8?

Dove starebbero allora la validità e l’attendibilità (pure richieste dalla stessa circolare) di questo voto?

E’ quello che ci siamo chiesti anche noi. Per molti, forse la maggioranza dell’opinione pubblica, la facciamo troppo lunga sul perchè ed il per come mettere questi voti, ma quando si lavora con i bambini di questa età ci rende conto di come sia difficile e fuorviante usare lo strumento numerico per raccontare il percorso e la situazione di ogni persona.
Cristiana Costantini, ins. Longhena

Cara scuola di Longhena, sono vicina a tutti voi, bambini, insegnanti, famiglie ! Ho saputo del 10 pedagogico a tutti solo stamattina. Sono solidale con questa scelta, che condivido con entusiasmo. Sto nella scuola da quando sono nata, si può dire, Ho ” insegnato” da sempre, le mie sorelline più piccole, ragazzini anche solo di un anno più piccoli di me, e poi tutoraggio, l’Università, eccetera. Sono una matematica, mi occupo da anni di formazione dei docenti ( S.I.C.S.I.), e ho sempre cercato di passare ai miei studenti specializzandi la convinzione che la scuola non deve intendersi come luogo di selezione, di punizione, di emarginazione, ma come opportunità diritto-dovere dei bambini, per le loro famiglie, di affrancarsi dalla schiavitù dell’ignoranza e della delinquenza. Spetta a noi tutti il compito di accogliere i bambini, di aiutarli a riconoscersi migliori e capaci, di guidarli con dolcezza, forza ed amore nell’inevitabile processo di evoluzione e di integrazione. Don Lorenzo Milani si occupava di bambini difficili, perchè non fortunati, nati in un’epoca e in luoghi non facili. La sua opera ha dato un fulgido esempio di impegno e di amore, lasciando una grande eredità. Io ho sempre lavorato convinta che non è la punizione che dà frutti, almeno non quella dei voti bassi demolitori, ma l’esempio, il laboratorio, lo stimolo alla creatività, l’incoraggiamento, e tanto altro ancora, sempre nell’operosità ! Grazie di esistere. Verrò a trovarvi, appena possibile. Mara Formisano, da Napoli

Grazie per le belle parole di sostegno, vieni pure a Bologna a trovarci. La nostra posizione non è facile, c’è chi cercherà di “punirci” perchè il dissenso fa paura, speriamo solo che sia passato qualche messaggio, che il nostro gesto faccia riflettere anche gli insegnanti sul significato della valutazione, soprattutto per i bambini che stanno iniziando un percorso scolastico.
Saluti
Cristiana Costantini, ins. Longhena

Che dire di questi riformatori? Fascisti? Certamente no: i fascisti erano quel che erano, ma tra loro c’era gente del livello intellettuale di Gentile. No, qui siamo al livello degli ignoranti livorosi che spaccano quel che non sanno usare. Nemmeno barbari possiamo definirli: i barbari, che mangiavano i libri delle biblioteche saccheggiate, mostravano a modo loro un grande rispetto per la cultura e una grande volontà di apprendere, e infatti col tempo sono andati avanti, loro… coraggio!

è passato un anno e siamo di nuovo alla fine del primo quadrimestre, nessuno parla più di valutazione, di numeri, di giudizi….cosa fate nella vostra scuola? mi piacerebbe scambiare qualche idea, elettra carloni insegnante di firenze

come genitore vedrò le pagelle il 9 febbraio, ma non ne sento poi tanto la necessità. per me è solo una burocratica formalità, poichè dal confronto durante le assemblee di classe e durante i colloqui individuali con gli insegnanti so benissimo lo “stato dell’arte” dei miei figli. sono certa che, al di là degli orribili numeri, le nostre maestre PARLERANNO delle bambine e dei bambini descrivendoli nella loro personalità, che non può certamente essere riassunta in un numerino.
Anna Maria, mamma di Marta (VB) e Matteo (IB)

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