Categorie
noi maestri

Per opporsi alla valutazione

Riceviamo e pubblichiamo:

movimento di cooperazione educativa
www.mce-fimem.it

Cari insegnanti della Scuola Longhena di Bologna.
Desideriamo dimostrare la nostra  solidarietà alla lotta coraggiosa che avete intrapreso.
La questione Valutazione è seria e voi, con la vostra disobbedienza, state contribuendo a scoperchiare un vaso di Pandora, che contiene molte cose negative (cioè meno di 4, 3, 2, 1,0).

Chi come noi ha iniziato a lavorare nella scuola nel 1976, ha provato a scardinare allora, proprio con il voto unico,  l’idea di una scuola che controlla, sanziona, minaccia… e a promuovere una scuola formativa, allegra,  pratica, un laboratorio sociale di conoscenza e cittadinanza attiva (detto con parole di ieri e oggi). Per questo troviamo inaccettabile questo ritorno al passato.
Purtroppo una parte della nostra società sembra correre dietro alle chimere che gli vengono promesse e tutto ciò che sembrava assodato, acquisito…  lo dobbiamo ri-conquistare.
Nel vostro bel sito web abbiamo incontrato comuni amici, come la  scuola Iqbal e Cocomaro…
Nel nostro sito  cercheremo di dar luogo ai  documenti che ci aiutano a non accettare il silenziatore che vogliono mettere alle contestazioni, alle soluzioni creative etc.
Siamo al vostro fianco

Domenico Canciani
movimento di cooperazione educativa

M o v i m e n t o   di   C o o p e r a z i o n e    E d u c a t i v a

PER OPPORSI ALLA VALUTAZIONE IN DECIMI
COSA SI PUO’ FARE ?

Più volte abbiamo segnalato che, anche tra i banchi di scuola, si vanno affermando modelli e valori che richiamano una società esclusiva ed escludente .
Il continuo richiamo alla meritocrazia ci sembra fuorviante e funzionale a un disegno di scuola elitaria. Infatti ci guardiamo intorno e in troppi luogo pubblico vediamo un Paese umiliato dal nepotismo, dalla clientela, dall’assenza di trasparenza e di etica pubblica. Forse per questo si invoca un re-integro della meritocrazia come fosse una panacea capace di risolvere, da sola, quei mali. Ma a ben guardare la questione meritocratica va rovesciata.
Sappiamo che nel giudizio di merito entrano in gioco non soltanto qualità e talenti, abilità e impegno personali, ma anche la corrispondenza tra i valutati e valutatori: ovvero si tende a promuovere il merito di coloro che condividono modelli culturali e valori di riferimento… cosicché ad essere promossi sono facilmente i simili, e ad essere esclusi sono i diversi, e spesso sono proprio coloro che non hanno avuto le nostre stesse opportunità economiche-sociali-culturali. Non sembri ovvio ricordare che una gara, per essere regolare, deve garantire a tutti i concorrenti uguali condizioni di partenza, uguali possibilità di espressione.
Per il Movimento di Cooperazione educativa dunque il punto cruciale dal quale ripartire non è quello finale (la valutazione meritocratica), ma il pensiero di una scuola capace di assolvere la propria mission costituzionale, quella di garantire il diritto individuale all’istruzione … rimuovendo gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando libertà e uguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della persona umana… (art. 3)
Proviamo ora ad entrare nel merito di uno degli aspetti che ci inquietano: la legge 169 intende valutare rendimento scolastico e comportamento degli alunni reintroducendo nella scuola primaria e secondaria di primo grado un sistema di valutazione decimale.
Riteniamo che la valutazione sia un elemento sensibile del percorso formativo, che debba essere capace di guardare ai processi più che ai prodotti, ai soggetti nella loro dinamico percorso di crescita più che alle singole performance. Secondo la legge 517 deve connettersi alla programmazione, orientare il processo di apprendimento del gruppo-classe e modificare l’azione educativa quando necessario ed è il frutto di documenti, di prove ed errori, di autovalutazione.
Mettere in soffitta tutto questo, riducendola ad un’espressione numerica, (senza peraltro indicatori di riferimento), oltre che un’illusione pericolosa costituisce una semplificazione che sembra piacere a chi vuole nascondere gli effetti di esclusione e selezione che ne derivano.
La valutazione del comportamento è quanto di più arduo si possa immaginare : esso dipende da modelli culturali, da fattori psicologici e sociali che esulano totalmente da misurazioni quantitative, tanto meno in una società multiculturale come la nostra. Il ritorno al voto numerico in condotta non è strumento educativo utile alla prevenzione del bullismo, come si vorrebbe far credere, ma riporta la scuola a funzioni di controllo e omologazione. La legge 169 non induce la scuola ad avvicinarsi e comprendere il disagio degli adolescenti, né a farsene carico; non si propone di a cambiare le modalità relazionali e di apprendimento vigenti; non invita gli insegnanti a ottenere il rispetto degli alunni attraverso la competenza e le buone pratiche didattiche. L’impressione è che si voglia seguire un disegno neo-autoritario, per espellere chi non si adegua. Ma la scuola è nata per essere luogo di espressione del pensiero e del dubbio, uno spazio in cui proprio attraverso il dialogo si può arrivare a formare opinioni, condivise o riconoscendone le diversità, mediare i conflitti.
Il Movimento di Cooperazione Educativa invita i Collegi dei docenti a non abbandonare metodologie e strumenti consolidati in una pratica trentennale di valutazione

– Valutazione è da intendersi come ‘lettura dell’esperienza’ educativa e va svolta a più voci e da più punti di vista), per poter continuare ad osservare e a stimolare la costruzione attiva di conoscenze promuovendo forme di riflessione e di autovalutazione .

– Funzione formativa della valutazione

E’ compito della scuola esplorare, accogliere, contribuire ad ampliare le rappresentazioni mentali soggettive degli allievi; accompagnare e orientare i processi conoscitivi, favorire lo stabilizzarsi di connessioni con le conoscenze pregresse confrontarle e convogliarle verso modelli condivisi.

– Valutazione come dialogo pedagogico e interazione fra processi di insegnamento e processi di apprendimento per non gerarchizzare i soggetti nei gruppi classe privilegiando tra loro coloro che già in partenza sono in possesso di codici formali e stili di apprendimento convergenti con quelli dei docenti. B. Vertecchi evidenzia che i ‘numeri’ hanno una valenza cardinale, quantitativa, che ‘misura’ variabili diverse, ma anche una valenza ordinale, che colloca i dati su una scala nella quale ogni numero rappresenta un livello superiore o inferiore di capacità, rendimento, motivazione. Si possono perciò creare indebite autoattribuzioni di inferiorità o superiorità, bassa autostima, invidia, competitività. Non è compito della scuola determinare in tale modo i destini dei singoli. La scuola se mai ha il compito di riparare, compensare, motivare.

– Valutazione e non sanzione dell’errore . Per non tornare a una concezione dell’errore come frutto di ‘cattiva volontà ed applicazione’ o di ignoranza o di dato immodificabile. La ricerca psicopedagogia ha evidenziato il ruolo dell’errore quale ‘spia’ di processi di pensiero, di esplorazioni, di inferenze, di usi linguistici e logici per analogia e sovrapposizione (ad es. di forme del parlato nello scritto); quindi un insieme di elementi non sanzionabili ma che richiedono interventi pedagogici adeguati.

– Valutazione come azione del dare valore per valorizzare i percorsi personali ma anche quelli di gruppo nei processi di apprendimento a supporto di una didattica operativa e socio-costruttivistica, cooperativa e non trasmissiva e frontale, nozionistica.

– Valutazione a tutela di tutti i soggetti, inclusi i più ‘deboli per accompagnarli nei tempi di apprendimento, responsabilizzarli, aumentare la loro autostima e la loro autonomia.

Il Movimento di Cooperazione Educativa propone di mantenere aperti un dibattito e una interrogazione su forme, finalità, tempi lunghi di una valutazione diagnostica e formativa

– rivendicando quanto prevede il regolamento dell’autonomia didattica di sperimentazione e ricerca (art. 4 D.P.R. 275/99) sulle competenze dei collegi e dei team e consigli dei docenti. Un Collegio può adottare una delibera per un percorso triennale di ricerca-azione sulla valutazione (natura, finalità, strumenti). In questo modo si apre uno spazio di lavoro perfettamente “istituzionale”, che permette di giustificare l’adozione di modalità difformi (non meramente antagoniste) rispetto a quelle previste dalla norma.. Questo vale certamente per la valutazione formativa, ma, opportunamente argomentato all’interno della sperimentazione, anche per la valutazione sommativa

– adottando documenti di valutazione simili a quelli in vigore in precedenza (compresi gli indicatori specifici e trasversali) e stabilendo le forme più opportune e chiarificatrici di traduzione dei voti in giudizi

– l’art. 3 della legge 169 stabilisce infatti che la valutazione numerica è riferita alle ‘valutazioni periodiche e annuali’, quindi solo ai documenti che costituiscono la sintesi finale delle rilevazioni. Va salvaguardato e documentato quindi l’intero percorso valutativo, di cui il voto o il giudizio sono in ogni caso l’espressione sommativa finale, non l’unica e nemmeno la più importante.

– Invitando i collegi a programmare percorsi di recupero di abilità di base e arricchimento delle potenzialità dei soggetti, affinché il corpo docente assuma la cura e la responsabilità della formazione, nella direzione di non disperdere nessun alunno/a (‘non uno/a di meno’)

– Riguardo al voto sul comportamento indichiamo la via di non limitarsi alla notazione 7 in condotta = bullismo = bocciatura.negativa, al fine di evitare la sciagurata equivalenza:

Non siamo tra quelli che propongono una scuola ferma allo status quo. La scuola è in crisi, e la sua crisi rispecchia la crisi dei legami sociali. Tuttavia proprio questo maldestro tentativo di rovesciare i banchi ci sta offrendo l’opportunità di riflettere, di rimettere in moto un confronto e di fare proposte. La nostra valutazione sulle norme che stanno per essere imposte alla scuola è fermamente negativo. Tuttavia non ci nascondiamo che da mesi ci troviamo a vivere in una sorta di inseguimento: appena si individua un terreno di confronto, ecco che le norme, o le parole, sono già state cambiate. Corriamo il rischio di esaurire ogni energia per l’opera di confusione che è stata creata attorno al tema della scuola.
Vogliamo ribadire che oggi la valutazione ha grande rilievo nel determinare autostima, acquisizione di competenze per la vita, metacognizione, orientamento. Questo compito educativo è affidato alla collegialità dei docenti, e garantito dall’interlocuzione con famiglie e servizi educativi del territorio, nell’ambito di un patto formativo da costruire in maniera condivisa con tutti i soggetti. Infatti il cambiamento esige azioni comuni . Per il Mce in questa fase è indispensabile formulare proposte che mantengano aperti margini di contrattazione, possibilità di cambiare, così da non irrigidirsi in forme di protesta (pregiudiziali?) . Vogliamo con ciò allontanare il rischio dell’isolamento per chi propone scelte giuste ma condivise solo da pochi. Cerchiamo soluzioni sostenibili anche se non definitive; vogliamo dare un contributo per evitare l’irrigidimento delle diverse parti in gioco, contribuendo così a relativizzare il problema (sempre insoluto) della valutazione, formulare nuove ipotesi, affinché la ricerca e la riflessione educativa possa sempre rinnovarsi adeguandosi ai bisogni educativi degli allievi.
dicembre 2008

preleva il documento: “Per opporsi_alla_valutazione”

0 risposte su “Per opporsi alla valutazione”

Ringraziamo moltissimo per la solidarietà espressa alquanto necessaria in questo momento.
Siamo contenti che dal “panico” iniziale la discussione stia prendendo terreno, le voci diventano più articolate, si aggiungono, si moltiplicano.
Il nostro gesto partito in sordina (per noi) è stato dettato unicamente da una coerenza professionale che abbiamo sentito forte in noi.
E’ ora necessario che si riparta da qui per rimettere in discussione un articolo di legge che con una sola riga cancella trent’anni di pensiero pedagogico senza nessun appoggio teorico se non quello di una pseudo serietà e semplificazione.
E’ probabile che in questi anni ci fossimo un po’ persi su queste questioni ed anche noi insegnanti abbiamo proseguito in modo un po’ automatico nella valutazione.
Lavoriamo insieme perché si prosegua su questa strada, forse ce la facciamo.

Cristiana Costantini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.