Cari bambini, insegnanti e genitori delle scuole Longhena, sono un ex insegnante elementare di 81 anni e seguo con apprensione e condivisione le vostre iniziative sulle recenti “riforme” della scuola di base. Con questa mail, che scrivo dalla casella postale di mia figlia, voglio esprimervi tutta la mia solidarietà e comprensione. Ho iniziato a insegnare negli anni ’50, quando nella scuola di base pochi maestri avevano cominciato a proporre, tra mille difficoltà, belle e creative novità didattiche per rendere possibile, a tutti i bambini, un futuro migliore e consapevole. Ho proseguito negli anni ’60 (la scuola di Gianni Rodari e di Don Milani è stata per me, come per altri, una spinta a cambiare), quindi ho vissuto il passaggio dal voto al giudizio, dal maestro unico al modulo. Si è trattato di novità inizialmente faticose per chi, come me, aveva iniziato in un’altra scuola, ma certamente ricche di significati e del tutto positive nei risultati per i bambini e le loro famiglie. Anche io, verso la fine della mia carriera, le ho vissute e sostenute. Ora vedo che tanti felici progressi, che avevamo conquistato a favore di tutti, sono indicati come ingombranti e insignificanti, mentre noi, che la scuola la conosciamo, sappiamo quanto valore hanno aggiunto ai risultati e al nostro impegno, quanto mondo e fantasia sono finalmente diventati tesoro di tutti.
Con i miei più cari auguri e saluti,
Clarice Sacchini