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E il Pdl apre la caccia all’insegnante dissidente

Rassegna stampa: Unità 14.02.2009

E il Pdl apre la caccia all’insegnante dissidente

Per An e Fi è in corso un «sabotaggio diffuso» del decreto Gelmini. I due partiti invocano dunque l’intervento della magistratura per il reato di interruzione di pubblico servizio. Si apre la caccia all’insegnante. Dal 10 “politico” in pagella alla difesa del tempo pieno, Bologna torna protagonista della contestazione della “riforma” della scuola targata Gelmini. È la stessa maggioranza di governo a dipingerla così, con il consigliere regionale di Forza Italia Gianni Varani che sollecita «una campagna di controinformazione» da Roma e ipotizza «il reato di interruzione di pubblico servizio», attuato grazie a «un’operazione diffusa e professionale di sabotaggio» del decreto Gelmini, da parte di «genitori e docenti che «paiono svolgere un ruolo di supplenza alla militanza politica e sindacale». Parole che però indirettamente confermano il carattere trasversale della protesta.

L’INTERVENTO DI DE MARIA

Una protesta, quella partita dalle scuole Longhena per dire no al ritorno del voto in decimi alle elementari, che all’interno del Pd continua a essere letta con toni molto diversi. Pochi bissano i toni duri del sindaco Sergio Cofferati, secondo cui non si può condividere un’iniziativa che ha «usato dei bimbi inconsapevoli». Più pacato il candidato sindaco del Pd, Flavio Delbono, che la giudica «civile per quanto provocatoria, non hanno paralizzato la città né bloccato treni. Non è una sola categoria, ma un’intera comunità che protesta contro i taglia alla scuola. Le famiglie – osserva Delbono – non sono preoccupate dalle pagelle ma dal tempo pieno a rischio e dalla mancanza di fondi per le attività delle scuole».

Il segretario provinciale Andrea De Maria nega un’ambiguità nel partito e ribadisce che il Pd «non condivide» un’azione «i cui limiti sono testimoniati proprio dall’utilizzo della polemica che si è aperta», con la destra che ne approfitta «per delegittimare il movimento di insegnanti e genitori». Insomma la protesta delle Longhena rischia solo di essere «strumentalizzata per alzare un polverone che serve a nascondere le vere responsabilità del gravissimo stato di confusione che vive la scuola italiana».

L’APPOGGIO DI PRC E COBAS

Già in Cgil però si respira un’aria diversa. Per la segretaria della Flc di Bologna Sandra Soster «non viene messa in discussione la solidarietà» alle maestre, contro cui la Gelmini ha subito scatenato gli ispettori: «Ciò che le muove è il pensiero di tutto il mondo pedagogico e della scuola primaria, «stanno solo cercando il modo di contenere il danno di una norma iniqua». Mentre l’unica preoccupazione della Gelmini «è ricondurre tutti all’obbedienza». I Cobas da parte loro si dicono «pienamente solidali» cone le maestre: contro di loro «sanzioni a vanvera» fatte «agendo contro ogni norma, l’Ufficio regionale non può annullare le pagelle». Il Prc sottoscrive e in riferimento alla condanna di Cofferati si scaglia contro «il dogma della legalità del Pd». Parlano anche le stesse maestre, ma solo per chiedere una precisazione: «Basta con il 10 “politico”, era solo un 10 “ragionato”, con cui chiedere più tempo per criteri condivisi di valutaazione almeno per il secondo quadrimestre».

A. C.

BOLOGNA

acomaschi@unita.it

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