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SOLIDARIETA’ AGLI INSEGNANTI DELLE SCUOLE LONGHENA

SOLIDARIETA’ AGLI INSEGNANTI DELLE SCUOLE LONGHENA

(intervento di Anna Pariani al Consiglio provinciale del 13 febbraio 2009)

Sono un genitore che cinque giorni fa, per la prima volta nella sua vita, ha ricevuto la pagella.

Ho visto nella pagella dei numeri su materie che io so che mia figlia non ha svolto a scuola, e ho visto un giudizio, perché in quella scuola hanno deciso nel collegio docenti di dare i voti e il giudizio. Lì ho capito che cosa era successo a mia figlia in questi quattro mesi di scuola.

Credo si debba partire da qui nel giudicare il comportamento degli insegnanti delle scuole Longhena, cioè da che cosa significa esattamente nella scuola primaria giudicare il percorso scolastico di un bambino. E’ per questa ragione che non posso condividere le considerazioni che su questo ha espresso il mio collega di gruppo De Pasquale.

Lo dico perché lui ha ragione su un punto, che io condivido: la scuola deve premiare il merito, perché il merito è l’unico modo per cui il figlio di una famiglia nell’ultimo gradino sociale può diventare classe dirigente in un Paese, ed è per questo che io difendo una scuola pluralistica e universalistica, una scuola per tutti, del “non uno di meno”. E’ proprio questa la scuola primaria che io difendo: quella che in questi trent’anni si è costruita in Italia, che è ai vertici di tutti i giudizi degli strumenti di valutazione internazionale sulla scuola.

Sono altri i problemi per cui la scuola italiana, dai dieci anni in poi, non è più capace di portare tanti ragazzi al diploma e alla laurea, ed iniziano quando cala il tempo a scuola e quando si modifica l’obiettivo didattico, che invece è ben dichiarato nella scuola primaria italiana: portare tutti, secondo le proprie capacità e sviluppo, ad esprimere al massimo le proprie competenze, che sono per tutti diverse, perché ognuno è un individuo irriducibile, irripetibile. Queste sono le “i” della scuola italiana che ci piacciono.

Mi chiedo: qual è il falso ideologico? Quello dell’avermi consegnato una pagella con dei voti su cose che non esistono, o il 10 delle scuole Longhena?
Voglio sottolineare, per chi non fosse pienamente informato, che questo non è stato l’unico modo con cui gli insegnanti di quella scuola hanno giudicato i loro ragazzi: hanno dato la pagella e hanno dato il giudizio sintetico, per cui tutti i genitori, come me, hanno potuto capire che cosa è successo dei loro figli in questi quattro mesi a scuola, che risultati avevano raggiunto in quei mesi.
Si è trattato tutt’altro che un 10 politico nell’accezione in cui i denigratori del ’68 intendono pensare al livellamento.
Lì c’è stato un giudizio di merito, quel merito che io intendo sia premiato in una scuola che è per tutti, e non uno di meno. C’è stato un 10 politico alla Gelmini, ma non ai ragazzi.
Ciascuna scuola, nella confusione provocata dal Ministero e dal Ministro, ha scelto un metodo. Perché, signori, non si può sopprimere la scuola dell’autonomia e la libertà didattica, che è quello che invece il Decreto e la Riforma Gelmini vogliono sopprimere.
Non si può sopprimere la libertà didattica come, anche io faccio il paragone della Sanità, non si può sopprimere la libertà di cura, e non verrebbe in mente a nessun Ministro della Sanità di decidere i DRG della sanità, mentre viene in mente a un Ministro della scuola di abbattere un metodo di valutazione scolastica costruito in 40 anni di storia della pedagogia. Così, senza neanche confrontarsi con nessuno.

Hanno fatto bene i collegi dei docenti a riunirsi e a decidere nella scuola dell’autonomia italiana, finché ancora sarà questo l’ordinamento, perché, come sappiamo, ci sono proposte di legge in Parlamento che vanno verso la privatizzazione della scuola pubblica.
Hanno fatto bene a scegliere e a decidere, a confrontarsi con i genitori e a costruire le condizioni perché si potesse dare la valutazione migliore possibile del percorso dei loro bambini.
Noi siamo per la qualità della scuola pubblica, questa cosa non l’ho sentito, in chi ha parlato prima di me.

Voi difendente la Gelmini, ma non dite mai che scuola volete.
Perché nelle riforme c’è una cosa precisa: meno tempo, meno insegnanti, meno ore.
La vostra è la scuola del MENO, la nostra del “non uno di meno”.
È per questo che noi non possiamo che stare dalla parte di chi ha a cuore la scuola.
Io non giudico ciò che è stato fatto, forse alle scuole Longhena io avrei agito diversamente, però mi sento vicina al corpo docente, e a chi vuole la scuola pubblica in Italia del “non uno di meno”.
È per questo che voterò a favore del primo ordine del giorno di RC, che esprime solidarietà alle insegnanti delle scuole Longhena, del secondo ordine del giorno del PD, che chiede il ritiro della controriforma Gelmini, e che voterò contro l’ordine del giorno del PDL, che chiede le dimissioni di Paolo Rebaudengo, che invece ringrazio per le parole che ha usato di sostegno a chi è impegnato nella scuola in una difficile battaglia per il nostro futuro.

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