Assemblea dei Bambini Rappresentanti
18 maggio 2016
PARCO – CONFINI – SUGGERIMENTI
Poiché alcuni rappresentanti sono arrivati anche questa volta in ritardo, è stato necessario sottolineare l’ importanza della puntualità come rispetto per tutti.
Prima di iniziare l’ assemblea la maestra Anna Maria consegna ai rappresentanti delle quinte una striscia di cartoncino su cui potranno, volendo, lasciare una messaggio come classe alla scuola, prima della fine dell’ anno.
Abbiamo iniziato questo rito l’ anno scorso. I cartelli delle ex-quinte sono esposti nella casetta e verranno sostituiti dai nuovi alla fine dell’ anno scolastico.
Nel tempo, i vari “cartelli del saluto” saranno posti su un grande pannello, che sarà fissato nel corridoio del piano terra.
La maestra mostra anche dei nuovi cartelli che saranno messi nei bagni: “Batti le mani a chi si lava le mani”.
Il cartello con una simpatica immagine vuole ricordare ad ogni bambino che entra in bagno l’ importanza di lavarsi le mani, per stare bene in salute.
La riunione di oggi è straordinaria perché non era prevista ma anche per l’ argomento che sarà trattato..
Si invitano tutte le classi ad intervenire, riferendo in sintesi quanto è stato detto nell’ assemblea della propria classe.
Nicolò 1^C: “Giochiamo tanto a calcio e ci capita che la palla finisca fuori; per noi la staccionata andrebbe alzata.”
Cecilia 1^C: “Noi suggeriamo anche di allargare i confini.”
Francesco 4^C: “Bisognerebbe mettere dei dossi, dei regolatori di velocità sulla strada per diminuire il flusso delle macchine.
Vorremmo che fossero messi dei nuovi giochi per stare meglio.”
Aurora 1^B: “Non vanno bene le reti perché stonano con la natura.”
Annika 2^A: “Non bisogna sporcare e rovinare la natura. Bisogna allargare i confini per avere più spazio e libertà di giocare.”
Michele 2^C: “Un compagno ha detto che con le recinzioni ci si sente chiusi.”
Matilde 1^B: “Si può essere più sicuri con la recinzione ma ci si può anche sentire come uccelli in gabbia.”
Alice 5^C: “Nel nostro parco non ci sono confini ma sappiamo dove dobbiamo andare e la maestra si fida di noi. Aggiungo che la mia classe ha anche detto che bisogna migliorare l’ uso del campone (se ne riparlerà il prossimo anno).
Tommaso 1^A: “Il recinto non serve perché sappiamo dove andare. Se la scuola avesse un’ anima, sarebbe triste di avere un recinto intorno.”
Zelia 3^B: “Ci sono pochi bidoni; ne servirebbe uno nel boschetto.”
Mattia 4^B: “Se la recinzione comprendesse anche la palestra, diventerebbe un problema per l’apertura e chiusura di un cancellino, quindi è meglio non avere la recinzione.
Se si deve fare, è meglio comunque utilizzare materiali naturali che si trovano anche nel nostro parco, per motivi economici..
L’ autonomia dei bambini sta nell’ imparare a darsi dei confini. A scuola si insegnano le materie ma anche le cose della vita.
E’ brutto trasformare un parco enorme in un piccolo cortile, buttando via soldi.”
Ai Piccoli viene spiegato dai Grandi cosa significa Autonomia: imparare a risolvere dei problemi da soli.
Claudia 3^C: “Da noi la maestra ha distribuito dei foglietti in cui dovevamo scrivere recinzione sì, recinzione no. Aspetto positivo: con la recinzione non entrano dei malintenzionati; aspetto negativo: non è bella da vedere, è scomoda.”
Benedetta 3^A: “Vorremmo una fontana per bere, così non dobbiamo entrare nei bagni del piano terra. Vogliamo dipingere l’ esterno della casetta con disegni dei bambini.
(Anna Maria ricorda che questo argomento è stato a lungo trattato nei due anni precedenti. Sono state conservate tutte le idee dei bambini. Ne riparleremo il prossimo anno).
Sofia 2^C: “Bisogna migliorare le regole del parco, perché non tutti le rispettano.”
Luca 2^B: “Non avere confini strutturati lascia guardare lontano e dà un senso di libertà.”
Emma 5^A: “Se ci fossero i recinti, qualcuno vorrebbe scappare, scavalcare.”
Eugenio e Daniele 5^C: “La nostra recinzione è simbolica ma protegge. Una recinzione nuova si rovinerebbe prima perché attirerebbe l’ attenzione come il furgone blindato che “attira” i rapinatori e più facilmente può essere svaligiato.
E’ anche un incentivo a trasgredire le regole. Le recinzioni fanno sentire chiusi.
Un suggerimento per tutti i bambini che rimarranno: godetevi questi anni a Longhena, perché sono speciali!”
Mattia 4^B: “Se dimostriamo a tutti che sappiamo stare senza confini e che riusciamo a badarci da soli, gli adulti che si preoccupano della nostra sicurezza non si preoccuperebbero e non ci sarebbe bisogno delle recinzioni.”
Come si fa a vedere dei CONFINI CHE NON CI SONO ?
(domanda aperta da portarsi in classe)
Zeno 5^B: “Con la recinzione servirebbe una chiave per recuperare i palloni. La scuola è meravigliosa così com’ è; non serve aggiungere recinzioni.”
Nicolò 1^C: “Ci vorrebbe un’ altalena.”
Cecilia 1^C: “Perché i confini sono diversi in 1^, 2^…?”
Rispondono i Grandi…
Benedetta 3^A: “In prima i bambini sono più piccoli e le maestre sono più preoccupate.”
Zelia 3^B: “Le maestre non si sono abituate a voi; devono conoscere i nuovi bambini.”
Elia 2^A: “Anche a noi è toccata questa fase.”
Sofia 2^B:”Le terze, le quarte e le quinte conoscono meglio la scuola e si sanno orientare.”