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La 3C e il progetto Semi della multiculturalità

La 3C partecipa ai laboratori del progetto: Semi della multiculturalità, con i professori dell’Università di BOLOGNA.
Qui di seguito le foto dell’incontro con la Prof. Turci su Kipling e “Il libro della Giungla” e il lavoro realizzato ed ora esposto nella bacheche del dipartimento del LILEC.

Il resto del Longhenino n.3 (2020-2021)

Il giornalino della Scuola Longhena
N.3 – Maggio 2021

 

 

 

 

Bachi da seta in 4C

La 4^C  racconta…

Qualche giorno fa, la 4^B ci ha regalato dei bachi da seta.
Hanno una piccola testa marrone, per il resto sono interamente bianchi, tranne dei piccoli puntini marroni alla fine delle loro pieghe.
Il corpo ha, pur essendo bianco, molte sfumature gialle come la carta antica.
Sono lunghi circa 7-8 cm, hanno 7 zampe per lato di cui 4 più grosse e con le ventose e 3 più sottili e senza ventose.
Al tatto sono lisci, morbidi e freschi.
Appena ci sono stati dati, li abbiamo messi in una scatola di cartone con sul fondo una tovaglietta e sopra tante foglie di gelso, che è l’unico alimento di cui si cibano.
Ci siamo resi conto che i bachi sono molto voraci, consumano molte foglie di gelso ogni giorno, perciò tutti i giorni abbiamo dovuto raccogliere un sacchetto di foglie di gelso.
I bachi vanno tenuti puliti, quindi quasi ogni giorno dovevamo svuotare la scatola dai loro escrementi e dai resti delle foglie già rosicchiate.
Per eseguire la pulizia della loro scatola, li prendevamo uno per volta e li depositavamo su una nuova tovaglietta, vuotavamo quindi la scatola e poi li rimettevamo dentro sulla nuova tovaglietta con nuove e fresche foglie.
Un giorno ci siamo accorti che alcuni bachi salivano lungo le pareti della scatola e dalla loro bocca usciva un filo trasparente e sottile che sembrava quasi una ragnatela.
Abbiamo capito che stavano per iniziare la tessitura del bozzolo, per aiutarli abbiamo alzato i bordi della scatola aiutandoci con lo scotch e messo nella scatola tanti bastoncini.
Osservandoli con attenzione abbiamo visto che con la testa facevano un movimento a forma di otto e man mano la “ragnatela” si infittiva e loro ne restavano all’interno.
Nel giro di poche ore erano completamente avvolti nel bozzolo, man mano molti bozzoli non restavano bianchi, ma cambiavano colore diventando arancioni, gialli, rosa e anche verdini.

CICLO DI VITA
1) Uova
2) Schiusa delle uova e nascita dei piccoli bachi
3) 1^ fase di crescita
4) 2^ fase di crescita
5) 3^ fase di crescita (prima muta)
6) 4^ fase di crescita (2^ muta)
7) Raggiunta la maturità, ovvero sono abbastanza grandi e hanno mangiato a sufficienza, iniziano a tessere per formare il bozzolo.
8) Quando il bozzolo si schiude, cioè completano la loro metamorfosi, esce una farfalla
9) La farfalla non vola, non ha apparato boccale, vive solo una settimana durante la quale depone le uova e il ciclo ricomincia.

LA SETA
Per fare la seta è necessario purtroppo uccidere il baco, ormai diventato crisalide, quando ancora è dentro al bozzolo.
Se non si facesse così e la metamorfosi si completasse, il baco diventerebbe farfalla che per uscire emetterebbe una sostanza colorata che macchierebbe e rovinerebbe irrimediabilmente il filato.
Per uccidere la crisalide i bozzoli vengono messi in forno a 80°, il calore uccide la crisalide ma non rovina il bozzolo.
“La tradizione cinese attribuisce la nascita della bachicoltura a una fortuita scoperta dell’imperatrice Xi Ling Shi. La leggenda narra che nel 3000 a.C. mentre l’imperatrice, moglie dell’imperatore Huang Di, sorseggiava del tè caldo all’ombra di un gelso, il bozzolo di un baco da seta cadde nella tazza e lei, grazie al calore della bevanda, riuscì a ricavarne un filo lunghissimo”
Non tutti i bozzoli vengono messi nel forno, alcuni sono selezionati per la riproduzione. Per individuare i maschi e le femmine, si guarda la forma dei bozzoli: i più rotondi contengono femmine, i più oblunghi contengono maschi.
La lavorazione della seta è un processo lungo e complesso.
La città di Bologna, per lungo tempo nell’antichità è stata un importante centro di lavorazione della seta nonché della produzione dei veli di seta.

 

Tre aule all’aperto: i nuovi spazi educativi per la scuola Longhena

Insegnanti e genitori esercitano nei confronti di bambin* e ragazz* un ruolo educativo diverso ma complementare, per questo la collaborazione tra scuola e famiglia è uno dei presupposti essenziali per la buona riuscita del successo formativo.
La collaborazione è ricca di dibattiti, di incontri e confronti

Nella collaborazione si delinea lo spazio per l’accordo, e nell’accordo ci si supporta reciprocamente nel trasformare i desideri in obiettivi da raggiungere.
Alla Scuola Primaria Longhena la collaborazione è alleanza, unione e relazione, e come in ogni relazione, anche in quella tra genitori e insegnanti, entrambe le parti si confrontano, si rimodellano, e crescono.

Così è stato per il dialogo che genitori e insegnanti hanno intavolato per immaginare come si poteva arricchire lo spazio esterno e il tempo educativo e di crescita che questa magnifica scuola offre per sua natura.

L’idea è diventata un progetto: aule fatte di tronchi per poter realizzare nel concreto l’educazione all’aperto.

Aule per oggi, per supportare i bambini e le bambine della scuola a superare le restrizioni della pandemia.

Aule per domani, per trasmettere a chi verrà quel senso di meraviglia che ti pervade in tutti e cinque i sensi nel primo momento in cui si sale il curvone dopo la casa del Custode: il cinguettio degli uccellini; il fruscio del vento nei pomeriggi di primavera; il sapore della prima nevicata, il pizzicore degli aghi di pino raccolti da terra, il profumo della lavanda piantata nell’orto e dell’erba cipollina che cresce spontaneamente vicino al pratone della Scuola di Infanzia Casaglia e il suono delle risate dei bambini e delle bambine che vivono quel giardino insieme, che crescono insieme dai 3 ai 10 anni.

Perché a Longhena è così: è essere e sentirsi Comunità.

Noi di Longhena, genitori e insegnanti, rimaniamo di Longhena per sempre anche se il tempo della scuola prima o poi finisce per tutti.

Con queste aule omaggiamo le battaglie di chi ci ha preceduto e lasciamo in eredità, a chi verrà dopo di noi, la prova inconfutabile che le sinergie sono il motore propulsivo della partecipazione democratica.

Le aule nel parco rimarranno come testimonianza della spinta che la pandemia ha impresso nelle nostre vite. La parte positiva di questa esperienza davvero drammatica, la spinta al cambiamento.

John Donne, nel 1623 in una meditazione poetica scriveva “Nessun uomo è un’isola, intero per sé stesso. Ogni uomo è un pezzo del continente, parte della terra intera.”

L’idea di Scuola che abbiamo per il Futuro sta tutta in queste parole.

 

Il gruppo di lavoro insegnanti e genitori