Archivi tag: ricordi

Centenario della scuola Longhena: la mostra e la commemorazione

Nel 1919 si inaugurava la nuova struttura della colonia di Casaglia, un edificio molto grande capace di ospitare più di 200 bambini. Un luogo per lo studio, la salute e la vita all’aria aperta.

Dopo 100 anni vogliamo ricordare questo pezzo di storia della nostra scuola e della nostra città.

Le foto della commemorazione

Con la presenza del sindaco di Bologna, Virginio Merola, e del presidente del quartiere Porto Saragozza, Lorenzo Cipriani.

Cristiana Costantini per gli insegnanti e Claudia Golino, a nome del comitato genitori, hanno fatto un discorso di benvenuto.

Le classi terze hanno cantato in coro.

Le foto della mostra:

Il servizio del TG3 regionale sulla mostra:

[KGVID]https://www.scuolalonghena.org/blog/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-06-tg3.mp4[/KGVID]

Il discorso di Cristiana Costantini, a nome degli insegnanti, in apertura alla commemorazione

Buongiorno a tutte e a tutti,
prima di tutto desideriamo ringraziare tutti quelli che sono presenti oggi qui con noi a festeggiare questi 100 anni di vita.
In questi giorni in cui abbiamo lavorato ricordando la storia della nostra scuola alcuni bimbi hanno detto “Che fortunati che ci siamo proprio noi a festeggiare il Centenario!”
In effetti è proprio vero, è una bella fortuna frequentare la scuola proprio quando si ricorda una data così importante.
La colonia di Casaglia fu inaugurata il 31 agosto del 1919, fu un avvenimento molto rilevante per la città intera che poteva così offrire ai propri figli un luogo di studio e di vita sana con bravissime insegnanti che si prendevano cura in toto della vita dei bambini.
Tanti cittadini contribuirono all’acquisto dei mobili e degli oggetti necessari alla vita della colonia. Nei documenti che abbiamo trovato c’è l’elenco dettagliato di tutte le associazioni e persone singole che hanno donato del denaro, per fare qualche esempio c’è la cooperativa verniciatori con 200 L, le officine Ferrovie dello Stato 362 L, le amiche e colleghe in memoria della maestra Clelia Vigi 55 L, il Circolo socialista Carlo Marx S, Ruffillo 98,20 L, l’ ass. Vigili urbani 200 L, il sig. Minghetti Paolo 80 L, nell’elenco figura anche il circo Orfei…
In cento anni questa scuola ha ospitato circa 8.000 bambine e bambini che sono cittadini di Bologna, quindi una parte della nostra città è legata a questa scuola con ricordi unici, perché questa è una scuola un po’ unica, si viene e si va in bus, si gioca in autonomia sulle colline della città, si studia in mezzo al verde, si sviluppa spirito di osservazione e senso critico, si osserva Bologna dall’alto .
Noi insegnanti siamo onorati di lavorare in una struttura con queste caratteristiche e siamo fieri di essere parte attiva di questa storia gloriosa, molti di noi da più decenni.
Storia caratterizzata da un’idea di solidarietà e accoglienza che è durata negli anni: dall’accoglienza nel gennaio 1920 delle bambine e dei bambini austriaci bisognosi di cure e di nutrimento dopo le devastazioni della prima guerra mondiale, arrivati a Bologna col Treno della Solidarietà, all’accoglienza delle bambine e dei bambini di Chernobyl, contattati e accolti nella scuola Longhena dopo la devastazione dello scoppio della centrale nucleare, per permettere loro di curarsi e respirare aria “buona”.
Sì, compie 100 anni questa scuola e dobbiamo ringraziare chi ha avuto l’idea geniale di creare un edificio scolastico così grande sulle colline della città mostrando amore e grande interesse per l’infanzia. A tal proposito ricordiamo con ammirazione e gratitudine il sindaco Zanardi, sindaco il cui motto era Pane e Alfabeto, e il suo assessore Mario Longhena della giunta socialista che amministrava Bologna, che hanno creduto e dato vita a questo progetto per la città, perché questa scuola è nata proprio come opportunità per le bambine e i bambini di tutta la città e noi auspichiamo che non si smentisca mai l’idea per la quale è nata.
Mario Longhena in un intervento in Consiglio Comunale sull’istituzione delle scuole all’aperto fa questa affermazione sulla nuova educazione che aveva in mente: “Dare la prima battaglia alla tristezza dei metodi che avvelena ora i nostri figli. Portando in mezzo al verde la scuola, noi vogliamo che essa, ora formalistica e retorica, vuota e pretenziosa, schiava di vecchie formule e antiche bugie, diventi naturalistica e scientifica, senza pregiudizi ed audace.”
Insieme ai bambini e alle bambine abbiamo letto e cercato, documenti e ricordi, abbiamo riflettuto insieme sulla storia della colonia di Casaglia prima, e della scuola Longhena ora , e da questa ricerca è nata La nostra Mostra che racconta qualche pezzo di questi cento anni.
Desideriamo salutarci citando un’altra frase di Mario Longhena, a noi molto cara e nella quale ci riconosciamo:
“I bambini non hanno patria, sono di tutti, di chi li ama, di chi si profonde in cure per essi, sono l’umanità futura”
Auguri e buon centenario a tutti!

Gli insegnanti della scuola Longhena

5 giugno 2019

Rassegna stampa:

rassegna corriere rassegna repubblica rassegna carlino

Come eravamo, le foto della sezione C dal 1980 al 1983

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ecco le foto di prima (1980/81), seconda (1981/82) e terza (1982/83), sezione C, maestra: Angela Placentile. Purtroppo non ho le foto di quarta e di quinta, anni in cui avevo l’Angela Cocchi come maestra. Mi è sempre venuto il dubbio che l’abbiano fatta magari un giorno in cui non ero a scuola. Ne approfitto per mandare altre due foto, una nell’aula in cui ho fatto la prima elementare (dalla seconda alla quinta comprese ci misero nell’aula dove adesso c’è l’aula polivalente, in prima eravamo nell’aula a destra entrando da dove ci sono le scale di emergenza). Non so perché ce la fecero, ho un vago ricordo di un signore che entrò e ci fece la foto. L’altra foto è della gita che facemmo allo zoo di Pistoia, credo fosse il 1982.

Pieralberto Mengozzi

Luca, con i suoi amici per sempre nella scuola più bella del mondo

Oggi abbiamo festeggiato Luca, con i suoi amici per sempre nella scuola più bella del mondo.

A Luca è stata dedicata l’aula in cui ha frequentato la prima elementare, al piano terra.
Erano presenti i suoi compagni di classe, tante maestre, i rappresentanti dei bambini e tutta la sua famiglia. La dirigente scolastica, professoressa Facilla, ha introdotto la piccola cerimonia sottolineando l’importanza di “lasciare traccia delle persone che fanno la vita e la storia” di una scuola che è viva e tanto vissuta dai suoi studenti.

La maestra Claudia, ha ricordato come era Luca, quello che diceva e faceva a scuola, e le sue passioni, aggiungendo: “Sapeva di essere forte e intelligente, Lupetto, ma non se ne vantava mai. Proprio ricordando la sua simpatia, la sua forza, la sua voglia di stare bene”.
Ha concluso il suo discorso scrivendo sulla lavagna una breve poesia di Fernando Pessoa:

Voglio, avrò
se non qui,
in altro luogo che ancora non so.
Niente ho perduto.
Tutto sarò.

Poi il papà di Luca, Mattia, ha raccontato la storia della “Strada che non andava in nessun posto” (di Gianni Rodari).

“All’uscita del paese si dividevano tre strade: una andava verso il mare, la seconda verso la città e la terza non andava in nessun posto. Martino lo sapeva perché lo aveva chiesto un po’ a tutti e da tutti aveva ricevuto la stessa risposta:
“Quella strada lì? Non va in nessun posto. E’ inutile camminarci”.
“E fin dove arriva?”. “Non arriva da nessuna parte”.
“Ma allora perché l’hanno fatta?”. “Non l’ha fatta nessuno, è sempre stata lì”.
“Ma nessuno è mai andato a vedere?”. “Sei una bella testa dura: se ti diciamo che non c’è niente da vedere…”.
“Non potete saperlo se non ci siete mai stati”. Era così ostinato che cominciarono a chiamarlo Martino-Testadura, ma lui non se la prendeva e continuava a pensare alla strada che non andava in nessun posto. Quando fu abbastanza grande, una mattina si alzò per tempo, uscì dal paese e senza esitare imboccò la strada misteriosa e andò sempre avanti. Il fondo era pieno di buche e di erbacce e ben presto cominciarono i boschi.

Cammina cammina la strada non finiva mai, a Martino dolevano i piedi e già cominciava a pensare che avrebbe fatto bene a tornarsene indietro quando vide un cane. Il cane gli corse incontro scodinzolando e gli leccò le mani, poi si avviò lungo la strada e ad ogni passo si voltava per controllare se Martino lo seguiva ancora. Finalmente il bosco cominciò a diradarsi e la strada terminò sulla soglia di un grande cancello di ferro. Attraverso le sbarre Martino vide un castello e a un balcone una bellissima signora che salutava con la mano. Spinse il cancello, attraversò il parco e sulla porta trovò la bellissima signora. Era bella, vestita come una principessa e in più era allegra e rideva: “Allora non ci hai creduto”.
“A che cosa?”. “Alla storia della strada che non andava da nessuna parte”.
“Era troppo stupida e secondo me ci sono più posti che strade”. “Certo, basta aver voglia di muoversi. Ora vieni ti farò vedere il castello”. C’erano più di cento saloni zeppi di tesori. C’erano diamanti, pietre preziose, oro, argento e ad ogni momento la bella signora diceva: “Prendi, prendi quello che vuoi… Ti presterò un carretto per portare il peso”. Martino non si fece pregare e ripartì col carretto pieno. In paese, dove l’avevano già dato per morto, Martino fu accolto con grande sorpresa. Scaricato il tesoro il carro ripartì. Martino fece tanti regali a tutti e dovette raccontare cento volte la sua storia. Ogni volta che finiva, qualcuno correva a casa a prendere cavallo e carretto e si precipitava giù per la strada che non andava da nessuna parte. Ma quella sera stessa tornarono uno dopo l’altro, con la faccia lunga per il dispetto: la strada per loro finiva in mezzo al bosco in un mare di spine. Non c’era né cancello, né castello, né bella signora. Perché certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova. E il primo era stato Martino Testadura”.

Infine, tutti i bimbi hanno liberato in cielo dei palloncini colorati a cui avevano attaccato un messaggio per Luca.

4 giugno 2019

[KGVID]https://www.scuolalonghena.org/blog/wp-content/uploads/2019/06/ricordo-luca-video.mp4[/KGVID]

FESTA PER I 100 ANNI – SCUOLA LONGHENA 1919 – 2019

Cari colleghi, alunni e amici della scuola Mario Longhena,

nel 1919 si inaugurava la nuova struttura della colonia di Casaglia, un edificio molto grande capace di ospitare più di 200 bambini. Un luogo per lo studio, la salute e la vita all’aria aperta.
Dopo 100 anni vogliamo ricordare questo pezzo di storia della nostra scuola e della nostra città.
Tutte le classi in questo anno hanno approfondito gli avvenimenti accaduti negli anni trascorsi fino ad oggi, hanno sentito le storie di chi è stato alunno, di chi ha insegnato, dell’assessore Longhena che per primo ha voluto e realizzato questo luogo durante l’amministrazione Zanardi.

Il 5 giugno vogliamo ritrovarci tutti per celebrare questi 100 anni, nel volantino trovate il programma della giornata.

Vi aspettiamo

Le insegnanti e gli insegnanti della scuola Mario Longhena

5 GIUGNO 2019

FESTA PER I 100 ANNI
SCUOLA LONGHENA 1919 – 2019

Ore 11
Saluto delle autorità
Inaugurazione della mostra con i lavori delle classi presso la palestra
Coro delle classi terze

Dalle ore 16,45 alle ore 19,00
la scuola e la palestra sono aperte per la visita e l’incontro delle famiglie di oggi
e di tutti gli ex-alunni e amici della scuola